opportunamente ancora,
il parlamento die’ ogni potere al re, e fu prorogato. — A Bologna
arrivarono gli austriaci addí 7 agosto, e s’accamparono per accordo
intorno alla cittá tenendone le porte. Ma sollevatosi il popolo il
giorno appresso, li cacciò di lá intorno; ed accorsi i campagnuoli,
li forzarono a raccogliersi verso Ferrara. Fu bello e raro esempio,
ma seguíto dai soliti disordini popolari che durarono tutto quel mese
e fino al principio dell’altro. E Roma era turbata da questi ed altri
moti delle province, e addentro dai circoli, dalle sregolatezze, dal
discredito del ministero. Il quale finalmente si ricompose addí 13
settembre, sotto la medesima presidenza del cardinal Soglia, ma si
rinforzò di altri uomini popolari e soprattutti di Pellegrino Rossi.
Esule questi d’Italia fin dal 1815 dopo aver preso parte al governo
di Bologna istituito da Murat, erasi rifuggito in Ginevra dove aveva
acquistata tal fama di professore, scrittore ed uomo di Stato, che gli
fu affidato il carico di proporre un nuovo patto federale per tutta
la Svizzera. Non accolto questo, erasi trasferito in Francia, dove
accrescendo la triplice fama sua, era stato fatto pari ed ambasciadore
a Roma. E qui accresciutala di nuovo in vari negoziati, ma lasciato il
posto da febbraio in qua, era pur rimasto consigliero, amico del papa,
amico delle riforme e dello statuto e d’ogni liberalitá; ondeché non
era uomo in Italia che desse tanta speranza di sé a’ moderati, tanto
timore ed odio ai settari, ai repubblicani, ai cosí detti democratici.
E quest’ire e quest’odii si accesero tanto piú ne’ due mesi che,
prorogate le Camere, il nuovo ministero governò, reprimendoli ed
ordinando, come si poteva, bene l’amministrazione e le finanze. — In
Napoli, dove il re aveva convocato un nuovo parlamento, e le elezioni
aveano rimandato il medesimo fin dal primo luglio, re e parlamento non
fecer altro guari che dividersi, com’era a prevedere, piú che mai, e
quindi addí 5 settembre nuova prorogazione fino a’ 30 novembre. Quasi
dappertutto adunque tregua politica come militare. — Ma non nella debole
Toscana, dove, fosse caso o disegno, scoppiaron le opere de’ settari.