Pagina:Balbo, Cesare – Storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni, Vol. II, 1914 – BEIC 1741401.djvu/246

Da Wikisource.
242 nota


sperando di potersi liberare una buona volta da quel peso, che tanto l’opprimeva. Illusione! la via era cosí poco trovata, che prima

    della storia giá intrapresa, avrei pure bisogno di sgomberarmene la via colle spiegazioni e collo sfogo presente. Vecchio e stanco, voglio pure sgombrarla altrui». E la sgombrò effettivamente a se stesso, perché potè, per tal modo, liberarsi «di tutte quelle discussioni di principi, di tutti quei pensieri, i quali erano venuti destandosi, moltiplicandosi ed opprimendolo in 16 anni di studi». — Tuttavia, prima di giungere al Sommario, non mancano parecchi altri tentativi, che occupano un ultimo periodo (1841-5). — Pensò in prima (1841) di scrivere una serie di biografie (Gregorio VII, Innocenzo III, san Francesco, Guglielmo di Monferrato, Enrico Dandolo, Dante, Alfieri); poi ricominciò (1841) per la terza o quarta volta la storia della guerra tra Federico Barbarossa e i comuni italiani, e ideò pure (sembra anche nel 1841) altri quattro lavori: 1) Iconografia della storia d’It.; 2) Storia del Seicento; 3) Storia delle sollevazioni e delle leghe delle cittá italiane contro gl’imperatori orientali; 4) Cenni sulle rivoluzioni delle instituzioni municipali. — Tra il 1841 e 1842 il B. conobbe l’avvocato Eduardo Brigtione, e disegnò, in collaborazione con lui, un Atlante etnologico della storia d’Italia, comprendente per ogni etá di essa: 1) la storia politica e della cultura, 2) la geografia storica, 3) le genealogie delle famiglie sovrane, 4) i principati monumenti delle arti. Poi il disegno del lavoro fu ristretto, e il titolo mutato in questo: Tavole cronologiche della storia d’Italia dall’a. 476 al 1840, poste, in ordine da C. B. e compilate da E. Brignone. Ma, tranne il discorso preliminare, abbozzato dal B., e due pagine di saggio, stampate dal Pomba, non se ne fece nulla. E nulla parimente si fece di una Storia compendiala d’Italia, che si sarebbe dovuta cominciare a pubblicare nel 1842, nella Biblioteca delle opere utili del Pomba, in sei volumetti, dei quali uno di biografie e uno di bibliografia (distribuito, quest’ultimo, in una prefazione intitolata a Gino Capponi e in 17 capi); nulla d’una Geografia cronologica d’Italia; nulla di alcune Tavole geografiche della storia d’Italia, ideate anche nel 1842. Vero è che allora il B. aveva per le mani le Meditazioni storiche e le Speranze d’Italia. Ciò, per altro, non gl’impediva di tentare, forse tra il 1843 e il 1844, una Storia brevissima d’Italia, destinata alle Letture di famiglia, e ripartita in 161 biografie, delle quali nessuna fu scritta (quantunque il B. riprendesse codesto disegno verso la fine del 1845); di abbozzare nell’agosto 1844 alcuni Pensieri di storia e politica, consacrati principalmente all’Italia; e di stendere nel medesimo anno vari abbozzi Sulla letteratura italiana esterna, ovvero degli italiani fuori d’Italia, che dovevano poi essere rifusi in un paragrafo del Sommario. L’anno seguente (1845) il Balbo affrontava per la prima volta la storia dell’Italia preromana, scrivendo sull’argomento una prefazione, una dedica e alcuni abbozzi, poi rifusi nel primo libro del Sommario; e tentava per ben tre volte (1. Il Mediterraneo antico e moderno, lettere a Gino Capponi; 2. L’histoire du Mèditèrranèe, concepita in una prefazione e cinque capi; 3. Del Mediterraneo, libri tre) di svolgere un’altra sua tesi favorita, quella del Mediterraneo «lago italiano», ponendo in carta (specialmente del terzo lavoro, del quale fu pubblicato un frammento nella Rivista contemporanea del 1854) parecchi abbozzi, qualcuno dei quali fu senza dubbio rifuso qua e lá nel Sommario. Al quale, come si vedrá, il B. si poneva tolo corde nel marzo del 1846. — Per maggior copia di notizie, si veda l’utilissimo e ormai raro libro: Della vita e degli scritti del conte C. B., rimembranze di Ercole Ricotti (Firenze, Le Monnier, 1856), dal quale ho riassunto, nonché i cit. Scritti storici minori.