traditrici,
le protezioni fatte sentire, e il suo irritarsi, esaltarsi e divagare;
ondeché, per istudio che se ne sia fatto (e niuno forse fu fatto
tanto), mal si discernono le colpe de’ protettori e del protetto; e
si conchiude con certezza, che mal potean durare l’un con gli altri.
L’opinione piú volgare è che scoppiasse, forse concitato dalla gloria,
il suo amore; e il duca, offesone, trattasse da pazzo (per clemenza!)
il poeta cortigiano; e cosí trattandolo, il facesse impazzir davvero.
Un’altra parmi possibile a sostenersi: che il povero Torquato, inquieto
per natura e malcontento come Dante, come è inevitabile a un generoso
caduto in tal purgatorio, pensasse mutar sito almeno, e passare alla
corte o d’Urbino, o di Mantova, o di Firenze, o di Torino; e che di ciò
s’indispettisse il padrone (cosí chiamavasi ed era); e questi dispetti
reciproci fosser la sola o prima o seconda causa del mezzo impazzir
del poeta, seguito da persecuzioni, seguite dall’impazzir ulteriore.
Scoppiò tutto ciò, ad ogni modo, un dí che Torquato trasse il pugnale
contro a un altro cortigiano in camera della duchessa. Fu imprigionato
brevemente, poi rilasciato a condizione di curarsi della pazzia. Ma
l’ingiunzione o la cura esacerbarono il male; entrò, volontariamente
o no, in un convento di frati (una delle sue malinconie eran gli
scrupoli); peggiorò, fuggí nel 1577, capitò a Sorrento dalla sorella,
poi a Roma; fu perdonato, tornò in corte a Ferrara. Poi ne fuggí una
seconda volta; fu a Mantova, a Venezia, ad Urbino, a Torino; e tornò
a Ferrara una terza volta [1579], trattovi dall’abito o dall’amore.
Ed ivi, fosse nuovo scoppio di questo o dell’ira sua o del duca, o
dell’incompatibilitá reciproca, ivi in breve fu di nuovo preso e chiuso
in Sant’Anna, l’ospedale de’ pazzi. Mentre era lí, fu pubblicato in
parte, e per tradimento, il suo poema in Venezia [1580], poi tutto con
suo consenso [1581]; mentre era lí, l’accademia della Crusca gli si
avventò contro bruttamente; e lí egli impazzí davvero, o poco meno;
e lí fu tenuto sette anni. Liberato finalmente per intervenzione di
altre corti, di quasi tutta Italia [5 luglio 1586], errò nuovamente
a Genova, a Mantova, a Bologna, Loreto, Roma, Napoli, di nuovo Roma,
Firenze, Mantova, Roma, Napoli, e finalmente a Roma per la quarta ed