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Pagina:Ballatore - La quarta dimensione o l'iperspazio, 1908.djvu/6

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4 la quarta dimensione o l’iperspazio


Il tempo adunque è quale spazio ad una dimensione, che la meccanica pura considera come 4ª ponendola come variante nella determinazione di un punto nello spazio. Noi ci troviamo trascinati nel movimento del tempo come un essere costretto a percorrerlo senza riposo e sempre nel medesimo senso, sapendo del passato quello soltanto che ha veduto od appreso e nulla dell’avvenire verso cui procede irresistibilmente.

Come quarta dimensione può considerarsi il calore e talvolta l’elettricità; ma tale denominazione così posta, deve ritenersi come non propria per noi; giacchè qui vogliamo parlare particolarmente di una o più dimensioni, ossia, dell’iperspazio, nel modo più comunemente inteso; cioè a dire, come argomento geometrico.

Supponiamo che vi siano degli esseri, microbi, così organizzati da poter vivere su di una sola dimensione; cioè, su di una linea retta. Evidentemente esseri siffatti non avrebbero nè spessore, nè larghezza; essi si presenterebbero alla nostra mente come piccoli frammenti di una linea immaginaria; il crine più fine che si possa ideare, sarebbe già una grossa gomena in paragone alla linea supposta. L’universo, per tali esseri, sarebbe assai limitato, i loro movimenti non potrebbero esplicarsi che in avanti, o nella direzione opposta. Allorquando due di quelli s’incontrassero è d’uopo ammettere che dovrebbero retrocedere o l’uno o l’altro, per lasciare libero il passo. Dato che tali microbi vivessero in un universo come il nostro, non si accorgerebbero di molti fenomeni, o per lo meno li giudicherebbero assai diversamente da noi. Per esempio: il loro orizzonte sarebbe un punto matematico, ossia, l’incontro della linea, sulla quale vivono, con il cielo, ch’essi vedrebbero in quel punto d’incontro soltanto. Similmente apparirebbero loro, come punti di splendore diverso, il sole, la luna, gli astri, i quali però sarebbero veduti soltanto al momento del levare e del tramonto, pur continuando a ricevere luce dai medesimi come la possiamo ricevere noi; ma però non sarebbero veduti affatto dai supposti microbi, quando quest’ultimi fossero viventi ed aderenti su di una linea curva, anzichè retta. Per essi infine non esisterebbe nè diritta, nè sinistra, nè alto, nè basso, ma solo avanti e dietro.