Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/18

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ci accostiamo agli estremi che sempre sono viziosi, ed invece di congiungerci a la vertu, abbracciamo il vizio. Cosi avviene che il giudicio nostro, trovandosi infetto ed ammorbato, non sa discernere né elegger ciò che sia il meglio da operare e quasi sempre s’appiglia al suo peggio. Per questo veggiamo tutto il di esser molto piu di numero coloro che dietro al vizio s’abbandonano che non sono quelli i quali seguitano la vertu, tanta è la difficultá di ritrovar la stanza de la vertu. E nondimeno deverebbe ciascuno con ogni diligenza e con ogni sforzo effettuosamente .cercar il vero e buon camino e non si sbigottir.e né spaventar per fatica che ci sia, ma anda>r animosamente innanzi ’ e non piegar né a la destra né a la sinistra, perciò che la fatica che si sopporta a voler operar vertuosamente è degna d’ogni lode e si converte in grandissima gio ia, e maggior gloria s’acquist a ove è maggior contrasto e piu difficulta. Non si sa egli che la vertu consiste circa le cose difficili? Deverebbe adunque da noi la vertu esser sempre seguita, diligentissimamente ricercata, riverita, amata e santamente abbracciata; il che se si facesse come si deverebbe, senza dubio veruno ci dilnngaremmo dagli estremi e ci avvicinaremmo al mezzo, e cosi l’azioni nostre sarebbero ve rtuose. Ma come dice il leggiadro toscano, infinita è la schiera degli sciocchi. Perciò non mi rincrescera mai usurpar tutto il di ed anca scrivere una bellissima sentenzia, che sovente volte ho udito dire al glorioso e chi arissimo lume del sangue italiano, il signor Prospero Colonna, la cui memoria sempre sara con riverenza e degnissime lodi ricordata . D iceva adunque il savio signore che la differenza che è tra il saggio ed il pazzo è cotale, che il pazzo f a s.empre le cose sue fuor di tempo ed il savio aspetta il temp o oportuno. E chi dubita che come una cosa è fatta fuor di tempo non può esser buona? Come voi, signor mi o, sapete, s’entrò in questo ragionamento essendo venuta la nuova de la morte del capitan Zagaglia d’Arimini, essendoci di quelli che per vendicar quella crude! morte volevano far certa impresa, la quale da voi non essendo app r ovata, non si pose altrimenti in essecuzione. E