Pagina:Bandello, Matteo – Le novelle, Vol. III, 1931 – BEIC 1973324.djvu/431

Da Wikisource.

NOV ELLA XLI isvenne che restò quasi morta. E non ci essendo persona che le porgesse aita, gli smarriti spiriti a lor posta vagando quasi del tutto l’ abbandonarono. Venufa l’ora del leva·re, andò la balia a la camera per far che Elena s’abbigliasse, e credendo trovar la porta aperta, la ritrovò chiavata. Onde picchiando piu e piu volte e forte battendo, né v’essendo chi rispondesse, messer Pietro, questo sentendo, a la camera venne. Ora dopo il lungo battere, fu per forza l’uscio sospinto a terra. Entrato il padr.e con altri in camera e fatte aprire le finestre, tutti videro la povera Elena vestita sovra il suo letto starsi come morta. Il romore si levò grandissimo, e il misero padre mi seramente pi angendo mandava le dolenti strida fin al cielo. La balia, gridando ed ululando corr.e forsennata, a dosso se le gittò. Non era persona in casa che acerbamente non piangesse. Fu mandato per medici, per il nuovo sposo e parenti. Assai cose furono fatte e rimedi infiniti adoperati per far che Elena rivenisse, ma il tutto indarno si fece. La balia fu essaminata diligentemente, la quale disse che la notte Elena assai travagliato aveva e dimenatasi come se di gravissima febre fo ss e stata inferma, e che quando essa usci di camera la figliuola veggh !aYa . Ma nel se creto ella per fermo teneva che da infinito dolore soffocata fosse mo rta, ed acerbissimamente piangendo non si poteva dar pace. Lo sconsolato padre lagrimava diTottamente e cose diceva che av erebbero mo ssi a pieta i sassi non che gli uomini. Ora dopo m ille rimedi usati, veggendo che nulla a la giovane giovava, giudicarono i medici che da un sottil catarro distillato dal capo al core fosse la giovane de la goccia pericolata. Tenuta adunque da tutti per morta, si pose ordine che quella sera fosse onorevolmente da sua pari portata a la sepoltura a Castello in Patriarcato e posta in un avello di marmo degli avoli suoi che era fuor de la chiesa. Co si la sfortunata giovane con generai pianto di chiunque la conobbe fu seppellita. Ora vedete come i casi fortunevoli talora avengano, e considerate che mai non si può aver una compiuta allegrezza che tra quella alcuna tristezza non si mescoli , e sempre non sia con il dolce mele tanto de l’amaro assenzio distemperato che la dolcezza del piacer e non