Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/202

Da Wikisource.

sovente usate, avendo l’Attellano dettone cose assai, madama Antonia Bauzia marchesa di Gonzaga nel cui cospetto a Sabioneda eravamo, interrompendo con gravitá il ragionar che si faceva, impose al gentilissimo dottore messer Antonio di Cappo gentiluomo mantovano che di queste cortesie e liberalitá alcuna cosa dicesse. Egli alora narrò un’istoria avvenuta a Siena. Quella, avendola scritta, ho voluto che sotto il valoroso vostro nome sia veduta in testimonio de l’osservanza mia verso voi, ché essendo tra senesi occorsa, mi pare che a voi meritamente si convenga, che senese séte e liberale e cortese, anzi la gloria d’ogni cortesia e liberalitá, e non solo séte l’onore de la patria vostra Siena, ma séte l’onor e la gloria di tutta Italia. State sano.

NOVELLA XLIX

Anseimo Salimbene magnificamente operando libera il suo nemico da la morte e la sorella di quello prende per moglie.

Se io, madama eccellentissima e voi onestissime donne e cortesi cavalieri, fossi tale quale forse da voi stimato sono, e coll’effetto corrispondessi a l’openione che di me appo voi è, veramente io mi riputarci molto aventuroso che tra cotanti onorati, vertuosi ed eloquenti uomini quanti in questa nobilissima compagnia seder si veggiono, io fussi stato eletto a dover di cosi nobil materia come è la cortesia e la magnificenza dinanzi a voi ragionare. Ma conoscendo quali le forze mie siano, dubito assai che se io sottopongo gli umeri a cosi grave peso come m’ imponete, io non resti a mezzo il camino e con mia vergogna e vostro poco diletto io sia sforzato a gettar a terra tanto grave salma. Ma poi che cosi v’aggrada e appo di voi le mie scuse non hanno luogo, che debbo io altro fare se non ubidire? Cominciando adunque a dar principio a ciò che imposto m’avete, vi dico che per ora non voglio che entriamo ne le scole dei filosofanti, i quali volendo parlar di cose magnifiche parlarebbero di quei palagi sontuosamente edificati, degli ampi e venerabili tempii, degli anfiteatri, de l’altissime moli fondate in mare,