Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/203

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dei monti perforati per agevolar i camini, de le vie del selce e de l’altre pietre pavimentate e di simil altre opere che in vero sono degne del nome de la magnificenza. Ma io voglio che prendiamo in questi nostri domestici e piacevoli ragionamenti alquanto di libertá e che per ora non separiamo il nome del liberale dal magnifico, e che seguitando le pedate del nostro gentilissimo Boccaccio, parliamo d’amore e veggiamo quanto magnificamente con liberalitá lodevole un gentiluomo operasse; e l’atto degno di lode che fece lasceremo poi giudicare ai filosofi se magnifico, liberale o cortese si deve nomare. Noi imitarono i padri che insieme con le mogli fanno e generano i figliuoli e, secondo la costuma de la Francia, lasciano la cura ai compari che gli mettano quel nome che piú loro aggrada. Non sono adunque ancora molti anni, per cominciarvi a narrar la mia istoria, che in Siena, cittá nobilissima e antica di Toscana, furono due nobilissime famiglie per antichitá e ricchezza riguardevoli molto e di grandissima stima, che furono quella dei Salimbeni e quella dei Montanini, ne le quali ebbero uomini in ogni sorte di vertu eccellenti. Si fece un giorno una solenne caccia di cervi e di cinghiari, a la quale intervennero assai giovini de l’una schiatta e de l’altra, tutti benissimo ad ordine e bene a cavallo. Ora avvenne che fu da’ cani morto un fiero cinghiaro, e questionando, come si fa, tra loro de la prodezza dei cani, e volendo ciascuno tener la ragione dei suoi e dire che di quelli uno era stato primo che il cinghiaro aveva animosamente assalito e morso, e non vi s’accordando gli altri, vennero da parole a fatti e con l’arme ignude a menar le mani di cosi fatta maniera che uno dei Montanini uccise uno dei Salimbeni. Per questo omicidio nacque una crudelissima nemicizia tra queste due famiglie, onde si fattamente andò innanzi che de l’una parte e de l’altra molti ci furono morti, e a la fine i Montanini furono ridotti al niente cosi degli uomini come de le ricchezze. Essendo poi per spazio di tempo le ingiurie andate in oblivione ed ammollita la passata durezza nei cori di coloro che in Siena dimoravano, occorse che tutta la famiglia dei Montanini era venuta in un giovine chiamato Carlo di messer