Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/410

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la cagione, non volle Giulietta portar a la camera quella notte che fu sepellita. La seguente notte poi, veggendo che Romeo non compariva, preso un suo fidato frate, se ne venne con suoi ferramenti per aprir l’arca ed arrivò in quello che Romeo s’abbandonò. E veggendo aperta l’arca e conosciuto Pietro, disse:

— Buona vita, ov’ è Romeo ? — Giulietta udita la voce e conosciuto il frate, alzando il capo disse : — Dio vel perdoni, voi mandaste ben la lettera a Romeo ! — Io la mandai — rispose il frate — e la portò frate Anseimo che pur tu conosci. E perché mi dici tu cotesto?, — Piangendo acerbamente, Giulietta — Salite su

— disse — e lo vederete. — Sali il frate e vide Romeo giacersi che poco piú di vita aveva, e disse : — Romeo, figliuol mio, che hai ? — Romeo aperti i languidi occhi lo conobbe e piano disse che gli raccomandava Giulietta, e che a lui non accadeva piú né aita né conseglio, e che pentito dei suoi mali a lui e a Dio ne domandava perdono. Puoté a gran pena l’ infelice amante proferir queste ultime parole e percuotersi lievemente il petto, che perduto ogni vigore e chiusi gli occhi se ne mori. Quanto questo fosse grave, noioso e quasi insopportabile a la sconsolata moglie non mi dá il core di poterlo dimostrare, ma pensilo chi veramente ama e s’ imagini a si orrendo spettacolo ritrovarsi. Ella miseramente e senza prò affliggendosi, il pianse assai, e molte fiate l’amato nome invano chiamando, piena d’angoscia sovra il corpo del marito si lasciò tramortita cadere e buona pezza isvenuta stette. Il frate e Pietro oltra modo dolenti tanto fecero che ella rivenne. Rivenuta che fu, s’aggruppò in una le mani ed allargato il freno a le lagrime, tante e tante ne versò quante mai femina ne spargesse, e basciando il morto corpo diceva : — Ahi dolcissimo albergo di tutti i miei pensieri e di quanti piaceri mai abbia goduto, caro ed unico mio signore, come di dolce fatto mi sei amaro ! Tu sul fiore de la tua bella e leggiadra giovanezza hai il tuo corso finito, nulla curando la vita che tanto da tutti viene stimata. Tu sei voluto morire quando altrui il vivere piú diletta, e a quel fine giunto sei ove a tutti o tardi o per tempo arrivar conviene. Tu, signor mio, in grembo di colei sei venuto a finir i giorni tuoi, che sovra