Pagina:Bandello - Le Novelle, vol. 2, 1928 - BEIC 1972415.djvu/436

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cangiava pasto. Né mai ser beccone se n’accorse, o se pur se n’avide, egli mangiò tanto zafferano che fece buono stomaco. E per quello che io ne intendo, ella fa il medesimo ora a Verona dove sta. Pensate se ella è di quelle buone; ma non è meraviglia, perché allevata e nodrita in chiazzo, credo io che dentro vi voglia viver e morire.