Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, II.djvu/411

Da Wikisource.

4o8 PARTE SECONDA si levò e volle veder i duo cadaveri. Si sparse la voce di questo accidente per tutta Verona, di modo che grandi e piccioli vi concorsero. Fu perdonato a’ frati ed a Pietro, e con particolar dolore dei Montecchi e Capelletti e generai di tutta la città, furono fatte l'essequie con pompa grandissima; e volle il signore che in quello stesso avello gli amanti restassero sepolti. 11 che fu cagione che tra i Montecchi e Capelletti si fece la pace, ben che non molto dopoi durasse. 11 padre di Romeo letta la lettera del figliuolo, dopo Tessersi estremamente doluto, sodisfece pienamente al voler di quello. Fu sopra la sepoltura dei dui amanti il seguente epitaffio intagliato, il quale in questo modo diceva: Credea Romeo che la sua sposa bella già morta fosse, e viver più non volse, ch’a sé la vita in grembo a lei si tolse con l’acqua che « del serpe» Tuom appella. Come conobbe il fiero caso quella, al suo signor piangendo si rivolse e quanto puoté sovra quel si dolse, chiamando il del iniquo ed ogni stella. Veggendol poi la vita, oimè, finire, più di lui morta, a pena disse: — O Dio, dammi eh’ io possa il mio signor seguire: questo sol prego, cerco e sol desio, ch’ovunque ei vada io possa seco gire. — E ciò dicendo alor di duol morio.