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Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/109

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io6 PARTE SECONDA abbiano di bisogno? Suole anco assai sovente ciascuno con la rimembranza di quello che legge discorrer la sua vita propria e quella con giudizioso occhio essaminare e, come fanno i saggi, con giusta bilance pesare tutte le sue azioni. Da questo senza dubio ne nasce che l'uomo, se si vede d’un diffetto macchiato il quale senta dagli scrittori vituperare, con l'altrui lezione diventa a se stesso ottimo pedagogo e maestro, e di cosi fatta maniera se stesso corregge che, in tutto messa da parte la mala consuetudine che prima aveva d’andare ne l’operazióni sue morali di male in peggio, si sforza mettersi nel camino de la vertù, e tanto vi s'affatica che in poco di tempo egli si spoglia i tristi e cattivi costumi che aveva, e come il serpe ringiovinisce ne la buccia novella, cosi egli si rinuova ne la buona e costumata vita. Onde secondo che grandissimo piacere pigliava ne l'opera 1- le vietate da la natura e da Dio disconcie e abominevoli opere, le comincia di modo aver in odio e biasimare che le aborre e fugge vie più forte che non fa l’agnello il lupo. Per il contrario trovando sempre l’opere vertuose esser sommamente da tutti i buoni scrittori lodate, se in sé vede cosa alcuna vertuosa e degna di commendazione, mirabilmente gode e molto se ne rallegra, e con tutto il core ringrazia e loda il datore d’ogni bene Iddio onnipotente, che gli abbia messo in core di sèguir la via de la vertù. E se prima v’era fervente a seguitarla, ora si fa ferventissimo e va tutto il giorno di bene in meglio, pregando tuttavia la bontà divina che gli conceda la perseveranza. Ecco adunque, signora mia, che nasce da le lezioni de le cose occorrenti che si descriveno, per l’ordinario, buono ed odorifero frutto. Per questo avendo io, come ben sapete, scritto molte novelle che a questa età ed anco a l’altre sono accadute e di già postone assai insieme, non manco, ogni volta che qualche accidente degno di memoria intendo, quello porre appo gli altri. E tanto più volentieri gli scrivo, quanto ch’io sento quelli da persone degne di fede esser stati narrati. Onde essendo venuti alquanti gentiluomini e gentildonne a Bassens, ove voi fuggendo i caldi estivi in questa freschissima e assai agiata stanza vi diportate, udii raccontar un caso degno di compassione che il