Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/317

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3<4 PARTE SECONDA il re ed io ve ne averemmo da più tenuto e stimato, e il mondo, che la cagione intesa de la mia morte avesse, eternamente con verissime lodi vi averia levato al cielo. Si che, per ultimar questi parlari che senza mio grandissimo sdegno esser non ponno e la cui rimembranza sempre mi saia di fierissimo cordoglio cagione, questa è l’ultima e ferma mia risoluzione con maturo trascorso fatta, la quale terrete per verissima come il vangelo: che io più presta sono a lasciarmi uccidere e patir ogni supplizio e qual si possa pensar tormento, che mai consentire a cosa disonesta. E se per forza il re vorrà di me prendersi amorosamente trastullo, io farò bene che le sue e tutte l’altrui forze vane saranno, tenendo sempre ne la memoria che un bel morire tutta la passata vita onora. — Conobbe il padre per la saggia e magnanima risposta de la figliuola il valore e la grandezza de l’animo che in lei erano, e tra sé le diede molte lodi e la benedi, assai da più tenendola che prima non faceva. E parendogli d’aver parlato più largamente ed assai più che non era convenevole ad un padre di parlar a la figliuola, altro per alora dirle non volle; ma si levò da sedere e quella lasciò andar a far suoi bisogni. Pensato poi e pur assai tra sé considerato ciò che al re risponder devesse, a corte se n’andò e a lui disse: — Sire, non volendo io mancar di quanto v’ho promesso, vi giuro per quella fede che a Dio e a voi debbo, che io, giunto a casa, domandai Aelips in camera mia e le esposi la volontà vostra, essortandola a disporsi a compiacervi. Ma ella risolutissimamente, dopo molti ragionamenti fatti, m’ha risposto che prima è deliberata morire che mai cosa alcuna disonesta commettere. Né altro n’ho io potuto cavare. Sapete che vi dissi che pregar la poteva, ma non già sforzarla; onde avendo essequito ciò che da voi imposto mi fu ed io m’ubligai di fare, come veramente ho fatto, con vostra buona grazia me n’anderò a far alcune mie bisogne a le mie castella. — Il re, concedendogli che se n’andasse, restò tutto fuor di sé, varie cose ne la mente ravvolgendo. Parti il conte di corte e il giorno seguente con i figliuoli suoi maschi se n’andò al suo contado, lasciando in Londra con parte de la famiglia la moglie e la figliuola. Egli si pensò senza venir in disgrazia del