Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/398

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novella xl 395

molto dolce e cara, e che sia assai meglio a questo modo uscir del mondo che aspettar l'odiosa a' giovini vecchiezza e attender che le diverse e gravissime infermità con tante spezie di morbi ne facciano su le piume marcire. Rimanetevi in pace, e Dio vi doni meglior fortuna che la mia non è stata. — Camillo si mostrava in vista il più dolente uomo che fosse e pareva attonito a sì fiero spettacolo. Ma come già vi dissi, egli e Delio avevano con Mario messa l’acqua ne l’ampolla e sapevano che non poteva nuocere, e volevano pur vedere se Cinzia era sì pazza che o sé od altrui volesse avvelenare. Fingeva adunque Camillo esser molto di mala voglia e quasi che gli occhi aveva colmi e pregni d’amare lagrime. Delio aveva si grande appetito di ridere che a gran pena si poteva contenere, ma per meglio adornar la favola anch’egli pareva esser fuor di misura dolente. S’accostò Camillo al letto ove Cinzia giaceva, e tutto in viso e negli atti come se ingombrato rosse da grandissimo dolore, con voce assai languida le disse: — Aimè, Cinzia mia, che Dio ti perdoni! che pensiero è stato questo tuo a commetter si espressa e crudel pazzia, che di te stessa tu sia voluta divenir micidiale? Come ti ha già mai sofferto il core d’avvelenarti? — Ellaalora in atto di pietà inverso lui rivolta, gli disse: — Nessuno, Camillo, che savio sia o voglia esser tenuto, non si deve né può con ragione dolersi di quella cosa che da lui è procurata. Dolere si de’ di quegli accidenti che contra il voler nostro contrari ne avvengano. Pertanto non ti mostrar del caso mio esser dolente né pietoso, avendolo tu voluto, perciò che se caro e desiderabile t’era ch'io vivessi, tu non devevi abbandonarmi. Tu eri pure a mille prove sicuro che io senza te non viverci. Perciò serbarai questa tua tarda pietà a’ casi da te non desiderati. Di me più non ti caglia, ora che son a la fine dei miei travagli. Questo conforto ho io che meravigliosamente mi fa gioire, che a mal tuo grado io moro tua e sugli occhi tuoi chiudo i miei. E se in quell’altra vita punto resta di senso, cosi di là vorrò esser tua come qui stata sono. — In questo disse il greco: — Qui non è da badare. Su, si vuol dar aita a questa pazza. Egli conviene che i rimedi siano presti e non si perda tempo. E chi avesse del corno de