Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/443

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440 parti; seconda La nutrice attendeva benissimo al fanciullo e conoscendo Pietro Simone esser dei primi ed onorati gentiluomini de la terra e nemico d’Antonio Velzo, forte si meravigliava di lui, né al vero si sapeva apporre perché egli volesse che del fanciullo s’avesse cosi diligente cura. Tuttavia veggendo che ella vi guadagnava molto bene e che Pietro assai sovente veniva a veder il figliuolo e sempre le recava qualche cosetta, gli attendeva con grandissima sollecitudine. Il bambino veniva ogni di più bello. La madre di Maria da l'altra parte ne voleva due e tre volte il mese intenderne nuova e non gli lasciava mancar cosa che si fosse. Ed essendo un di Antonio andato fuor de la terra, e potevano esser circa dieci mesi che Maria aveva partorito, volle la madre di lei che la nutrice lo portasse a casa; il che ella fece. La buona ava come lo vide cosi in braccio se lo recò e, lagrimando dolcemente, lo basciava. Poi lo portò di sopra ne la camera ove la figliuola dimorava, e le disse: — Maria, eccod qui il tuo figliuolo;—' e glielo diede in braccio. Maria, veggendo il suo figliuolo che rideva e faceva certi atti scherzevoli come fanno i fanciulletti di quella tenera età, tutta s’intenerì ed in lagrime si risolse. Poi dolcemente basciandolo, avendo le lagrime asciugate, disse: — Ahi sfortunato figliuolo, in che fiera constellazione sei tu venuto al mondo? e che peccato hai tu commesso, che se bene il padre tuo non si sa, l’avo tuo cosi crudele ti sia, che non gli soffe- risca l’animo dì volerti vedere e per nipote suo pigliarti? Se mia madre non fosse, figliuolino mio dolce, tu non saresti ora qui, perché *io porto ferma openione che mio padre ti averebbe mandato a l’ospedale tra i poltronieri e furfanti; e tu pur sei de la sua carne e del suo sangue uscito. Misera me! se mia madre mancherà, che fia di te? chi piglierà di te cura? Io, caduta in disgrazia di mio padre, se mia madre muore, non posso sperar altro che d’esser cacciata di casa e lasciata là su la strada a benefizio di natura. Oimè, sapessi io almeno chi è colui che in me t’ha ingenerato! E quando mai simil caso si senti? chi più udì che una giovane divenisse gravida né sapesse di chi? — Queste ed altre assai parole disse la dolente madre al suo figliuo- !ino, quello più volte teneramente basciando e facendo chi era