Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/465

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1 4Ó2 PARTE SECONDA beltà, vedutolo assai più bello e vie più leggiadro di quello che imaginato s’aveva, restò di modo da la bellezza e leggiadria del cavaliero vinta e si fieramente accesa, che tutta fuor di sé rapita e nel cavaliero trasformata quasi non sapeva muovere il passo; ma tutta intenta nel viso di lui lo rimirava, non le parendo mai aver in vita sua sentita tal dolcezza quale in contemplarlo gustava, e volentieri quivi fermata si sarebbe per meglio poterlo a suo agio rimirare. Don Giovanni smontato da cavallo venne cortesemente a basciarle le mani, come a gentildonna che in Italia avesse di lui la sorella accarezzata, e quella ringraziando, le disse che ella fosse la ben venuta, offerendole quanto poteva e valeva. E cosi offerendosi e ringraziandosi, parve al cavaliero che quella fosse la più bella ed aggraziata donna che veduta egli avesse già mai. Ed in quel poco che insieme ragionarono, avvenne per sorte che gli occhi di amendui vista per vista si scontrarono, di tal maniera che se possibil era accrescer al fuoco de la duchessa nuova esca, quella vista ve n’accrebbe, e il cavaliero restò si fieramente da lo splendore di quei dui ardentissimi lumi infiammato, che subito si senti restar dentro a quelli preso e in lui non esser parte alcuna che per amore de la bellissima peregrina tutta non ardesse. Ma nessuno di loro ardiva le si cocenti fiamme discoprire, anzi quanto più poteva si sforzava celarle. Il che era cagione che miseramente si struggevano, perciò che quanto più l’amoroso fuoco celato si tiene tanto più arde e consuma l’amante. Stette tre di la duchessa a riposarsi in casa di don Giovanni, molto onorata e festeggiata; e cercando con la vista de la cosa amata scemare il fiero ardore che miseramente la struggeva, quello d’ora in ora faceva maggiore. Era al medesimo termine il cavaliero, il quale quanto più le belle e vaghe bellezze de la donna contemplava e tra sé lodava, tanto più per gli occhi l’invisibile ed amoroso veleno beveva, di modo che fuor di misura ardendo non sapeva che farsi. Ora, che che se ne fosse cagione, la duchessa, levatasi il quarto giorno a buon’ora, preso congedo da la signora Isabella, si parti con la sua compagnia e s’inviò a la volta di San Giacomo. Don Giovanni, intesa la subita partita de la duchessa, si trovò