Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, III.djvu/7

Da Wikisource.

4 PARTE SECONDA cura di Cali, che era ¡1 primo bascià ed uomo di grandissima sperienza nel governo e ne le cose militari. Andò Amurato ne la città chiamata Mantissa che è ne l'Asia Minore, e quivi con i religiosi de la setta maomettana religiosamente viveva. In questo mezzo gli ungari prepararono un numeroso essercito sotto il governo del glorioso capitano Giovanni Uniade, il cui figliuolo Mattia fu poi re d’Ungaria. Inteso dai turchi che gli ungari gli volevano assalire, deliberarono di rivocare, per consiglio di Cali bascià, Amurato, non parendo loro che Maometto, che aveva poco più di ventun anno, devesse esser bastante a tanta impresa, del che Maometto se ne sdegnò grandemente. Ma perché sapeva simulare e dissimulare come voleva, non mostrò di fuori lo sdegno de l’animo suo. Venne non dopo molto Amurato a morte, e quello di stesso che il padre suo mori, Maometto lasciata la cura dei funerali, a ciò che il principio del suo imperio cominciasse e consacrasse col sangue fraterno, essendo ancora caldo il corpo del padre, corse a le camere ove un suo fratello chiamato Tursino, che aveva diciotto mesi, si nodriva. Trovò il bambino ne la culla, il quale cominciò, sorridendo come fanno i piccoli fanciulli, a guardare Maometto. Egli con furia dato di mano a l’innocente fratello, lo voleva col capo percuotere al muro. Era con il crudelissimo tiranno un allevato seco che si chiamava Mosè, il quale veggendo questa immanissima ferità, s’inginocchiò davanti a Maometto, supplicandolo affettuosamente che non si volesse bruttar le mani del sangue fraterno. Impetrò quanto supplicava, mentre che egli il bambino subito uccidesse. Ubidì Mosè, e preso il fanciullo, quello in un vaso d’acqua violentemente suffocò ed il picciolo corpo mise in terra. Hanno i turchi questa superstizione, che non sia lecito spander il sangue regio degli Ottomanni in terra, e per questo gli suffo- cano. La madre del misero Tursino, inteso il caso come era successo, ululando e gridando corse a quella camera, e trovato l’innocente figliuolo disteso in terra, se lo recò ne le braccia, raddoppiando le grida e mandando le voci piene di lamenti sino al cielo, e pareva forsennata. Rideva il crudelissimo tiranno e pareva a punto che gioisse del pianto de la matrigna. Era