Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, IV.djvu/384

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NOVELLA XI.Il 38l Campana detto Strascino, e tanto già di profitto fatto ci aveva che ella non insoavemente componeva qualche sonetto o madrigale. Ma che vo io puntalmente il tutto raccordando, essendo sicuro che sempre qualche cosa ci resteria a. dire cosi de l’ornamento de la casa, come de la gentilezza di lei? In questo dunque ornatissimo camerino condusse un giorno il signor Angelo l’ambasciatore del re di Spagna, che, tratto da la fama de l’Imperia, era venuto a vederla. Ella gli venne incontro fuor di sala e di quella il condusse in camera e nel camerino. Egli, veduto la donna che era bellissima, di lei e de la pompa e de l'apparato forte si meravigliò. Stette seco l’ambasciatore buona pezza ed, avendo voglia di sputare, si rivoltò ad un suo servidore e gli sputò nel viso, dicendo: — Non ti dispiaccia, perciò che qui non ò più brutta cosa del tuo viso. — Fu questo atto, ancor che incivile, a l'Imperia gratissimo, parendole che la sua bellezza e l'ornato de la stanza meglio non si poteva lodare. Onde ringraziò l’ambasciatore di questa sua lode che le dava, dicendoli perciò che deveva sputare sul tapeto, che a tal fine era disteso in terra. Vera cosa è che alcuni dicono quest’atto esser stato altrove di molti anni innanzi fatto; ma e l’uno e l’altro è vero, e udite come. Quando il re Pietro di Ragona prese l’isola di Sicilia, egli mandò in Affrica al re di Tunisi un ambasciatore che si chiamava Cheraldo di Valenza, il quale, essendo un di menato in una cameretta del re, ove ogni cosa era velluto ed oro e sotto i piedi erano tapeti di seta finissima lavorati a la moresca, per dar piacere al re, che sommamente si dilettava che le cose sue fossero lodate, sputò ne la faccia d’un affricano schiavo del re. E dimandando il saracino giustizia al re, disse Cheraldo: — Signore, veggendo io la polidezza di questa camera, che è tanta che pienamente lodar non si può, ho pensato che voi abbiate menato costui con questo brutto viso qui a posta, a ciò che in quello si sputi, essendo la più brutta cosa che qui sia. — Piacque senza fine il bel detto al re e la cosa in riso si risolse. Tutti dui, che questo spillamento fecero, furono spagnuoli, e per tanto pigliate qual più vi piace. Basti questo: che un atto incivile, secondo che si fa, merta talora commendazione.