Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1911, IV.djvu/412

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IL BANDELLO

al valoroso signore

il signor

giulio manfrone

salute


De le molte beffe, che sono da le mogli fatte ai mariti gelosi, tutto ’l di si potria, chi volesse, ragionare. Ed ancora che di leggero siano ingannati quei mariti che troppo si fidano, nondimeno pare che mai non fosse geloso che per tempo o tardi non andasse a Corneto. Onde Francesco Sforza, primo di questo nome duca di Milano, soleva dire che, a comprar un melone, un cavallo e a pigliar moglie, bisognava pregare Dio che la mandasse buona. E di questa materia ragionandosi in casa de la verbosissima signora Ippolita marchesa di Scaldasole, essendo in Pavia, il nostro gentile messer Agostino Porzio narrò una novella a questo proposito; la quale avendo io scritta, ho voluto che in testimonio del molto amore che sempre m’avete dimostrato, ella vada fuori sotto il vostro nome. Voi.in questa conoscerete gli errori che talvolta i vostri pari commettono se da l’appetito si lasciano trasportare, e, come saggio e prudente che séte, ve ne saperete guardare. State sano. NOVELLA XLVII Uno diviene geloso de la moglie, la quale s’innamora d’un trombetta e con lui se ne fugge, e poi torna al marito. Niccolò Piccinino fu da Perugia, nel principio beccaio, che datosi poi a l’arme divenne famosissimo capitano e fu quello che le reliquie dei bracceschi a sé raccolse, e fu appo il magnanimo Filippo Vesconte duca di Milano in grandissima riputazione. Egli, essendo stato rotto a Monte Alloro dal gloriosissimo