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116 PARTE QUARTA padre, e niente ottenne. Udita papa Sisto quarto cosi nefanda sceleratezza, mandò uno nonzio a Federico imperadore, padre di Massimigliano, e lo esortò a porre mano a si enorme caso. Onde Federico e Carlo di Borgogna, intervenendo l'autorità del papa, fecero tanto che Arnolfo fu cavato di carcere. Ma non volendo Adolfo dare al padre né terre né intrata per vivere, il povero vecchio ne la corte cesarea mosse lite contra il perfido figliuolo. Oltra poi la lite civile, ancora che fosse dagli anni de la vecchiaia rotto e stanco e da la teterrima prigionia fore di modo afflitto, nondimeno, essendo di buona abitudine e di vecchiezza vivace e forte, aiutato da la generosità de l'animo suo, si offerse dentro uno steccato combattere col figliuolo. 11 duca Carlo voleva che il titolo del ducato fosse del vecchio, con Grave, castello vicino a Brabante, che valea tre millia fiorini di Reno di intrata, e che altri tre millia Adolfo li desse di provisione; e a esso Adolfo rimanesse il resto del ducato. Il traditor figliuolo, udito questo, ebro di sdegno e forse anco di vino, disse: — Io, prima che fare questo accordio con Arnolfo — né degnò nominarlo padre, — vorrei più tosto, quando egli era in mio potere, averli fatto tagliar la testa e gettatolo in uno pozzo, e poi io ¡stesso trattomi dietro a quello. — A questa vituperosa risposta il duca Carlo, di giusta ira commosso, fece imprigionare Adolfo in Namur, e restituì, come era condecente, il vecchio Arnolfo nel ducato di Gheldria. Dimorando in prigione lo scelerato Adolfo, il duca Arnolfo suo padre, reggendosi essere vicino a la morte, fece testamento; e per mostrarsi grato del beneficio ricevuto, institui il duca Carlo suo legittimo erede, avendo prima giuridicamente privato de la successione il figliuolo. E cosi il duca di Borgogna aggiunse a’ tanti suoi stati e provincie, che possedeva, il ducato de la Gheldria e quello pacificamente tenne sino che fu da Renato duca di Lorrena e da’ svizzeri in battaglia campale morto. Allora quelli di Gantes cavarono di prigione Adolfo e lo condussero innanzi a Tornai, metropoli de li Nervi, e quivi vituperosamente, come meritava, lo uccisero, cosi permettendo nostro signore Iddio in vendetta del tristo trattamento e ingiurie che al padre fatte avea.