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NOVELLA XV (XVl)
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infinita fatto grazia di riconoscere il gravissimo mio errore, ove
tanto tempo con enorme offesa di quello sono stato immerso,
ho preso consiglio da sagge e sante persone che mi esortano,
mentre che ho tempo, di fare, in quanto per me si potrà, una
austera e gravissima penitenza, acciò che nostro signor Dio
mi perdoni. Onde dopo molti e vari discorsi tra me fatti, e il
tutto con diligenzia bene considerato, mi sono resoluto non ci
essere via più profittevole per salvazione de l'anima mia, re¬
conciliandomi con la divina misericordia, che abbandonare mie
figliuole, lasciando loro tutti gli stati e le mie giurisdizioni, e
in luogo soletario e deserto ridurmi ove nessuno mi conosca,
e in qualche grotta fare la vita mia, fin che piacerà al Salva¬
tore nostro per sua misericordia chiamarmi a sé. E ben che
trovi il modo di far questo, che li miei parenti e amici nulla
ne saperanno, ché da loro non vorrei per tutto l’oro del mondo
essere impedito, nondimeno per più sicurezza mia mi è ne l’ani-
mopcaduta una via, la quale penso con l'aiuto vostro debbia
facilmente succedermi a fare che io ottenga l'intento mio. Ma
perché sappiate come, io il vi dirò. Udite adunque. Io fingerò
essere gravamente infermo, e punto non mentirò perché non
potrei essere più infermo de l’anima di quello che sono. Mo¬
strerò poi d'ora in ora aggravarmi ed essere fora di speranza
di potere di questa infermità sanare. Voi una notte darete la
voce che io sia morto. E acciò che la cosa meglio reusisca,
io oggi a la presenza di tutti li nostri dirò che sentendomi fiera¬
mente mancare, a voi tre ho commesso la cura de le cose mie e
del corpo, insieme con la sepoltura di quello. Voi accommoderete
una bara funebre, piena di qualche cosa pesante a par del corpo
mio. Io nascosamente mi partirò, vestito di quelle vestimenta
che feci fare da peregrino, e me ne anderò in tale luogo, ove
voi, fatti li funerali senza pompa ma con grosse elemosine a’
poveri, ve ne verrete, nulla agli altri dicendo. Indi poi pren¬
derò congedo da voi e me ne anderò in luoco ove possa servir
a Dio incognitamente. — Quando li tre fedeli servitori udirono
cotale volontà del loro signore, non fu in poter di nessuno di
loro, da tenerezza di amorevole core vinti, ritenere le pietose