Pagina:Bandello - Novelle. 1, 1853.djvu/397

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a tanta sceleratezza che, non le bastando tutto il dì gli adulterii che faceva, andò al luogo publico ove le meretrici stanno a servire i facchini per un soldo, ed ivi a chiunque, quantunque di vilissima sorte, si sottometteva, e la sera a palagio non sazia ma stracca se ne tornava, non si vergognando mostrare a tutti il ventre nel quale il generoso Britannico era stato generato. Ora vegniamo a parlare de la famosissima Faustina, la cui bellezza da tutti gli scrittori è cantatissima insieme con la disonestissima vita, imperciò che essendo figliuola d’un santissimo imperadore e moglie d’un altro che non solamente era imperadore in ogni vertù perfetto ma che senza fine la amava, non si guardò a commettere molti adulterii e farsi favola a tutto il popolo. Lasciamo che con nobilissimi e di altissimo grado uomini carnalmente si congiungesse senza rispetto veruno de l’imperador suo marito; ella fieramente d’un gladiatore s’innamorò di tal maniera che perdutone il cibo ed il sonno non ritrovava in modo alcuno requie. Pareva pur a Faustina, ancor che impudicissima fosse, che questo suo amore meritasse grandissima riprensione, e che troppo di vituperio seco recasse che una figliuola d’Antonino Pio e moglie di Marco il filosofo imperadore devesse con sì basso uomo meschiarsi, ancor che a Gaieta a molti de la ciurma navale, con quelli che più membruti erano molte fiate giaciuta si fosse. Il marito che ardentissimamente l’amava, le era da ogni ora a torno al letto confortandola e facendo venir a curarla tutti i più eccellenti medici che ci erano, ma indarno si affaticava. A la fine ella conoscendo già per lunga esperienza quanto del marito poteva disponere, gli manifestò tutta la pena sua esser per amor d’un gladiatore il quale miseramente amava, e che si vedeva manifestamente morire se con lui non si congiungeva. Il misero marito che fuor di misura come amante la moglie amava, a la meglio che puotè la confortò e le fece buon animo. Poi consegliata la cosa con un mago caldeo, il pregò che a questo male alcun rimedio trovasse. Il caldeo gli disse che altro rimedio non ci era se non questo solo, che si facesse morire il povero gladiatore e del sangue di lui s’ungesse il corpo de l’imperadrice senza che ella sapesse che cosa fosse, e poi che l’imperadore seco giacesse. Sono alcuni istorici che scrivono che il caldeo consegliò che del sangue del gladiatore Faustina bevesse, ma i più scrivono del bagnare. Fu svenato il gladiatore e fatta la medicina, e l’imperadore con l’imperadrice si giacque e quella ingravidò. Ella in tutto il gladiatore pose in oblio nè mai più se ne ricordò, che certamente fu cosa meravigliosa. Ma di questo