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il marito mal volentieri andava in nave per il piovoso; pur, essendo buona femina e sperando che col tempo il marito devesse mutar vezzo, se ne passava a la meglio che poteva, pregando tutto il dì Iddio che degnasse illuminar la mente del marito e levarlo da così abominevol peccato. Ed ecco che il Porcellio infermò gravissimamente, di modo che i medici avevano poca speranza de la vita del povero vecchio, avendo perduto il sonno ed il mangiare. Egli era più vicino ai settanta anni che altrimenti e si trovava molto debole. Veggendo questo, la moglie si sforzò con mille buone ragioni d’indurlo che si confessasse. Egli l’ascoltava, ma diceva poi che non voleva farlo. Onde ella conoscendo che indarno s’affaticava, mandò al duca Francesco umilmente pregandolo che per amor di Dio degnasse mandar una persona d’autorità, che al Porcellio persuadesse, essendo così gravemente infermo come era, che volesse aver qualche cura de l’anima, a ciò che egli come un cane non morisse senza i santi sagramenti de la Chiesa. Il duca, udita la santissima supplicazione de la buona femina e pietosa moglie, mandò al convento de le Grazie dei Frati osservanti di san Domenico, che alora di nuovo era edificato, e si fece chiamar il padre fra Giacomo da Sesto, uomo vecchio e di santissima vita, e quello informò di quanto voleva che facesse. Il santo Uomo, udita la volontà del duca, se n’andò di lungo a la casa del Porcellio. Quivi arrivato e detto a la donna come per commessione del prencipe era venuto per visitare e confessar il Porcellio, fu da lei con grandissima riverenza ricevuto. La quale, poi che l’ebbe fatto sedere, cominciò a pienamente informarlo de la malvagità de la vita del marito, pregandolo con le lagrime sugli occhi che si volesse affaticar per far che il marito s’emendasse. Il santo frate, stringendosi ne le spalle, si ritrovò assai di mala voglia, e disse che per non mancar del debito suo farebbe ogni cosa che a lui fosse possibile. Bramoso adunque di guadagnare un’anima che, secondo che la moglie diceva, era ne le mani del diavolo, entrò ne la camera del Porcellio e disse: – La pace d’Iddio sia a questa casa e a tutti quelli che vi stanno. – Così dicendo s’accostò al letto e dolcemente salutò il Porcellio, il quale fe’ vista di veder assai volentieri il frate. Quivi entrati in varii ragionamenti, il santo frate gli fece intender come l’eccellentissimo signor duca lo mandava e la cagione perchè. Dopoi gli disse molte buone parole essortandolo destramente a confessarsi, perchè ogni ora che a lui fosse comoda egli era presto a udirlo. Il Porcellio, dopo che ebbe ringraziato de l’umanità il duca e il frate de la fatica, disse che alora