Pagina:Bandello - Novelle. 1, 1853.djvu/91

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si confessarebbe. Usciti adunque tutti de la camera, cominciò il santo frate con sommissima diligenza a far l’ufficio suo. E, venendo ai peccati de la carne, modestamente il domandò se mai aveva peccato contra natura. A questa interrogazione il Porcellio, in sè raccolto, cominciò con ammirazione fisamente a riguardar il frate, e quasi come se mezzo scandalizzato fosse: – Messere, – disse, – voi mi domandate pur la strana cosa. Che parlate voi? Io non peccai contra natura a la vita mia già mai. – Il santo sacerdote, vergognandosi d’avergli tal richiesta fatto, passò a l’altre cose, e usata ogni diligenza che seppe perchè l’infermo perfettamente si confessasse, poi che vide che il Porcellio non aveva altro che dire, gli diede quella penitenza che gli parve e l’assolse, imaginandosi che la buona moglie fosse in grande errore. Assolto che l’ebbe e fattogli una santa essortazione, volendo partire, gli disse: – Messer Porcellio, io verrò domane a visitarvi, e se altro vi ricordarete io vi udirò e ordinerassi poi che venga il sacerdote vostro parrocchiano a darvi il santo sacramento de l’Eucarestia, a ciò che prendendo il salutifero viatico state in ordine per far quanto piacerà al nostro redentore messer Giesu Cristo, in mano del quale sta la vita e la morte nostra. – Fate voi, – rispose il Porcellio, – chè io tanto farò quanto mi comandarete. – Il buon padre col segno de la santa croce lo benedì e partissi di camera. Come la moglie il vide uscito di camera, così fattosegli incontro lo interrogò se il marito era deliberato di più non peccare contra natura. A cui il santo frate umanamente rispose: – Madonna, voi devete pensare che quando noi udiamo la confessione di chi si sia, o sano od infermo, che noi facciamo tutto il debito nostro, e non appartiene a nessuno a voler intendere ciò che il confitente dica. A noi poi, che siamo dai nostri superiori deputati a udire le confessioni, non sta bene far motto in qualunque modo si voglia di cosa alcuna che detta ci sia, anzi, se noi rivelassimo la confessione, saremmo degni d’esser morti. Ma tanto vi vo’ e posso ben ora dire, che voi sète in grandissimo errore de la openione sì strana che di vostro marito avete. Egli, sia lodato Iddio, non ha punto quel sozzo vizio che voi mi diceste, anzi n’è molto lontano. – La buona femina alora, che sapeva come il fatto stava, piangendo teneramente disse: – Padre mio caro, io non son punto errata nè m’inganno, ma il misero di mio marito è quello che inganna se stesso, e si vergogna dire questo enorme peccato. Credetelo a me che io lo so, che egli vi è più avviluppato dentro che non è il pulcino ne la stoppa. Tornate, padre, di grazia, a riparlargli e non guardate a lui, chè io v’assicuro