Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/300

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mio e tuo non hai avuto riguardo ed hai un mio soggetto più di me amato, io vo’ che di continovo con lui dimori e che teco questa rea vecchia ruffiana se ne stia. Il perchè fuor di questo luogo mai più non uscirai. – Nè furono le parole vane. Egli fece di modo con crate di ferro conciar la finestra che impossibile era uscirne; poi fece murar l’uscio e vi lasciò solo un picciolo buco per il quale a le povere donne faceva dar pane ed acqua e non altro, lasciando la cura al castellano del tutto. Le sciagurate donne amaramente il lor fallo piangendo, chiuse restarono, ove guari non stettero che cominciando l’impiccato a putire, si sentiva così gran puzzo che tutto il mondo si sarebbe ammorbato. Or qual fusse la vita de la gentildonna pensilo ciascuno. Ella era del suo amante stata manigolda e quel fiero spettacolo dinanzi agli occhi mai sempre si vedeva, e giorno e notte l’intolerabil puzzo che da le marcite membra del giovine usciva, era astretta a soffrire. In questa così misera vita stette ella forse sei anni insieme con la sua vecchia. Infermandosi poi gravemente, il marito tutte due le fece cavar fuori e in una camera porre ove in breve la gentildonna morì. Ed il signore andar lasciò la vecchia ove più le piacque.


Il Bandello al molto illustre e valoroso signore il signor conte Guido Rangone del re cristianissimo luogotenente generale in italia e cavaliero de l’ordine di san Michele


La crudeltà più che barbara e ferina che questi giorni ne la presa di Carraglio usò Francesco Monsignore dei marchesi di Saluzzo, fu tale e tanta, quale e quanta non fu forse tra soldati cristiani usata già mai. Che se nel combattere in compagnia od in espugnar una terra o fortezza che si sia, in quel furore de l’entrar dentro, ciascuno che incontrato viene si svena ed è senza rispetto veruno morto, questo par che sia usanza generale de la milizia. Ma cessato quel furore del menar le mani, chi è sì fiero nemico che incrudelisca nei corpi morti o che quelli seppellire divieti? Per l’ordinario anco a chi per prigione si rende, suole la vita esser donata ed al reso è lecito con danari