Pagina:Bandello - Novelle. 2, 1853.djvu/337

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le cose sue, diede una sua figliuola per moglie, che Giovanna si chiamava, a Lodovico duca d’Orliens; la quale egli dopo la morte di Carlo ottavo suo cognato repudiò e prese la reina Anna, stata moglie d’esso Carlo. La duchessa Giovanna si ridusse a Burges in Berrì, ove fabricò un santissimo monastero di monache ed ivi visse molto santamente, e dopo morte si dice che ha fatto di molti miracoli. Ma torniamo al proposito nostro. Io vi dico che la detta Giovanna duchessa d’Orliens era di corpo assai mal formata, perciò che era forte sciancata da uno dei lati. Oltra questo, il suo viso non era di quegli angelici e belli del mondo, ma teneva un poco di quelli dei Baronzi; degli occhi, pareva che l’uno guardasse a oriente e l’altro verso occidente; il naso era forte camuffo, con una bocca di rondinella. E se la natura nel formarle il corpo le era stata madrigna, quanto più l’aveva composta brutta tanto nostro signor Iddio l’aveva fatta d’animo veramente regio e generoso. Erano poi in lei tutte quelle donnesche vertù e doti che ad ogni donna di grandissimo stato si ricerchino. Ora avvenne un dì, che essendo il re in una sala ove tutti i baroni de la Francia si ritrovarono, che erano venuti ad Ambosia ove il re congregati gli aveva per gli affari del reame, per intender l’openione de la più parte di essi baroni e signori; avvenne, dico, che essa madama Giovanna volendo partir di sala e andar in camera, prese licenza dal re suo padre e si partì. Come ella fu di sala uscita, il duca d’Orliens suo marito cominciò a la presenza del re e di tutti i baroni a lodare e senza fine magnificar la moglie, dicendo che egli non aveva mai conosciuta la più gentile, discreta ed avveduta donna in tutta Francia, nè altresì la più costumata di quello che era sua moglie. E poi che gli onesti modi, le cortesi maniere, le gratissime accoglienze, le pronte e sagge risposte, l’antiveder accorto e provido ed i consegli prudentissimi con il savio governo ebbe con molte ed accomodate parole alzato fin a le stelle, e quanto più si possa lodato ed essaltato, cominciò ad entrare in un altro campo e voler correr un arringo in lodar le bellezze di lei. E quivi il buon duca disse che sua moglie era bellissima e che aveva un polito e leggiadro viso, con mille altre favole. Il re che le lodi appartenenti a l’animo de la figliuola aveva volentieri e con piacer grandissimo ascoltato, perciò che chiaramente conosceva che il genero diceva il vero, essendo la figliuola gentilissima e da bene, non averebbe voluto che il duca fosse passato più avanti. Ma come egli sentì lodarla de la bellezza del volto e di proporzione de’ membri, di cui