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del nostro Salvatore. La sera poi, quasi ne l’imbrunir de la notte, in quella medesima torre per comandamento del padre gli fu dal manigoldo mózzo il capo. Fu altresì a la donna in quell’ora medesima ne l’altra torre tagliata la testa, ben che ella punto non mostrasse esser de la commessa sceleraggine pentita, perciò che mai non si volle confessare, anzi altro non faceva già mai che pregare che una volta veder le lasciassero il suo signor Ugo. E così col tanto gradito ed amato nome del conte Ugo in bocca la misera e sfortunata fu decapitata. Il seguente giorno poi fece il marchese tutti duo i corpi ben lavati e signorilmente vestiti metter in mezzo del cortile del palazzo, ove fu lecito di vederli a qualunque persona volle, fin che venne la sera che in una medesima sepoltura gli fece in San Francesco porre con pompa funerale accompagnati. Ora veggendosi il marchese senza moglie e senza figliuoli legitimi, si maritò la terza volta e prese per moglie la signora Ricciarda figliuola del marchese di Saluzzo, de la quale nacquero il duca Ercole padre del duca Alfonso ed altresì il signor Sigismondo da Este mio padre. Io so che sono alcuni che hanno openione che lo sfortunato conte non fosse figliuolo de la prima moglie del marchese Niccolò, ma che fosse il primo figliuol bastardo che avesse; ma essi forte s’ingannano, perchè fu legitimo ed era conte di Rovigo, come più volte ho sentito dire a la buona memoria del signor mio padre.
Io era alloggiato in Ferrara in casa del magnanimo signor Alessandro Bentivoglio vostro amorevol padre, illustrissima signora mia, mandatovi per la differenza nata tra l’illustrissimo signor Aloise marchese Gonzaga di Castel Giffredo e l’illustre signore Lodovico Balbiano conte di Belgioioso, a fine che l’illustrissimo ed eccellentissimo signor donno Alfonso da Este duca di Ferrara, vedute le scritture de l’una e l’altra parte, ne dicesse il parer suo, come dapoi fece. Quivi essendo in quei dì