Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/118

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o a corte ve n’andate, che ovunque vi occorresse passare, udiste dal volgo dire: – Ecco il padre de la tale; ecco chi, per aver venduto la figliuola, di grado e ricchezze è cresciuto? – Credereste voi forse che così gran misfatto devesse restar occulto? E se gli uomini per tèma non ardissero aprir la bocca, chi terrebbe lor le mani che de le cedule non scrivessero e per le strade non spargessero ed attaccassero per tutti i cantoni de la città? Quando il re, per quello ch’io n’ho sentito dire, fece tagliar la testa a suo zio il milorto Cain e poco dopo a Rogier da Montemer, e morir la madre in' 'prigione, furono appiccati bollettini per le strade in vituperio d’esso re, ed ancor che egli fieramente se n’adirasse, ed alcuni facesse decapitare i quali sospettava esser quelli che gli scritti avessero fatto, non restavano per tutto questo molti che avevano voglia di dir mal di lui, che de l’altre scritture in diverse vie non seminassero. Pensate mò che di voi e di me si direbbero le più vituperose cose del mondo. Ma poniamo per caso che la cosa segreta rimanesse: non sapete voi che tutti gli uomini, e massimamente i signori, oggi una e dimane un’altra, secondo che l’appetito loro viene, ne vogliano? E lasciamo star l’offesa di Dio, che è pure la prima che innanzi agli occhi aver si deve, se creature razionali esser vogliamo e non bestie: che so io, poi che il re sarà di me sazio o che gli sia passato cotesto suo libidinoso appetito, che molto leggermente passar suole ed agghiacciarsi in tutti gli uomini per l’ordinario come hanno ottenuto l’intento loro, che egli tale non stimi che io sia quale voi fatta m’averete, cioè femina di chiazzo? Assicuratami poi e fattami certa che egli devesse lunga ed ardentissimamente amarmi, non debbo io pensare che questa pratica debbia aver una volta fine, secondo che sotto il lunar globo non ci è cosa che non abbia a finirsi? Sì che aggiratela pure su qual lato volete, chè io non ci veggio nulla di buono. Ben ci comprendo che io restarei il rimanente de la mia vita col viso fregiato d’altro che di perle e gemme, e mai più non ardirei lasciarmi veder in publico. A quello poi che diceste avergli impegnata la fede vostra, vi dico che quando voi la parola vostra gli ubligaste, molto male fu da voi in simil cosa la podestà del padre sovra i figliuoli considerata, non essendo eglino ubligati in cose che siano contra Dio ad ubidir loro, oltra che così disoneste promesse ed incestuose non sono valevoli, e de le cose malamente promesse la pattuita fede si deve rompere. Io confesso che figliuola vi sono ed ubligata, ogni volta che mi comandarete, ad ubidirvi, ma in casi