Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/119

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leciti ed onesti. E vi ricordo anco, ben che meglio di me lo sappiate, che voi ed io e tutti gli altri che furono, sono e saranno, abbiamo un padre e signore, per quello che sovente fiate a valenti predicatori ed autorevoli sovra i pergami ne le chiese ho sentito affermare, a cui più siamo tenuti ad ubidire che ai padri carnali. Oltra di questo vi ricordo che non lece a qualunque persona, sia chi si voglia, far leggi nè editti che contradicano a le ordinazioni e leggi divine. Il perchè essendo voi in questa cosa così vituperosa, che mi essortate a fare, in tutto apertissimamente ribello di Dio, perchè volete ch’io vi ubidisca e più tosto non vi sia ribella e nemica mortale? Fate adunque altri pensieri, e se volete ch’io per padre mio vi tenga ed onori come i buon padri onorar si deveno, non siate per l’avvenir ardito mai più di simil viltà ricercarmi nè farmene un solo motto, perciò che io, a la croce di Dio, in presenza di tutto ’l mondo ve ne farò quell’onore che meritate. Ma non permetta Iddio che più a questo si venga. O quanto era meglio che voi aveste al re promesso e giurato più tosto di vostra mano con un coltello svenarmi che lasciarmi trascorrere in così abominevol fallo già mai! Questo stato vi fòra di più onore ed assai più agevole a fare, e senza dubio il re ed io ve ne averemmo da più tenuto e stimato, e il mondo, che la cagione intesa de la mia morte avesse, eternamente con verissime lodi vi averia levato al cielo. Sì che, per ultimar questi parlari che senza mio grandissimo sdegno esser non ponno e la cui rimembranza sempre mi sarà di fierissimo cordoglio cagione, questa è l’ultima e ferma mia risoluzione con maturo trascorso fatta, la quale terrete per verissima come il vangelo: che io più presta sono a lasciarmi uccidere e patir ogni supplizio e qual si possa pensar tormento, che mai consentire a cosa disonesta. E se per forza il re vorrà di me prendersi amorosamente trastullo, io farò bene che le sue e tutte l’altrui forze vane saranno, tenendo sempre ne la memoria che un bel morire tutta' 'la passata vita onora. – Conobbe il padre per la saggia e magnanima risposta de la figliuola il valore e la grandezza de l’animo che in lei erano, e tra sè le diede molte lodi e la benedì, assai da più tenendola che prima non faceva. E parendogli d’aver parlato più largamente ed assai più che non era convenevole ad un padre di parlar a la figliuola altro per alora dirle non volle; ma si levò da sedere e quella lasciò andar a far suoi bisogni. Pensato poi e pur assai tra sè considerato ciò che al re risponder devesse, a corte se n’andò e a lui disse: – Sire, non volendo