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E chi è costei, – rispose Giulio, – di cui tu mi parli? chi è ella? – Ella, – soggiunse la balia, – è Cinzia mia padrona, che assai più t’ama che se stessa, ed io te ne posso render verissimo testimonio, perchè ella più volte s’è scoperta meco. Ma ella non ardisce dirloti per tèma che tu a Camillo talora non ne facessi motto. – Giulio che in altra parte aveva fermati i suoi pensieri, e che talora per passare il tempo mostrava esser invaghito di quella garzona, e prima averebbe sofferto di morire che far sì fatto torto al suo Camillo, disse a la balia: – Io non penso che Cinzia abbia in capo simili pensieri di me, sapendo ch’io l’amo da sorella, e la riverenza ch’io porto a Camillo non comporterebbe che da me simil impresa si sentisse. Ella può ben esser sicura ch’io farei ogni cosa possibile per amor di lei, pure che non v’intravenisse l’offesa di Camillo. – Volendo poi chiarirsi de l’animo di Cinzia e del tutto avvertirne Camillo, disse: – Vedi, balia, io non penso a coteste favole per infiniti rispetti; ma se pur Cinzia vorrà niente da me, ella lo mi dirà, potendo a suo piacer, ogni volta che vuole, comodamente parlar meco senza interprete. – La falsa balia, che il tutto aveva ordito di sua fantasia senza saputa di Cinzia, non volle per questo primo tratto entrar più avanti, avendo trovato il terreno troppo duro; ma, pigliata poi l’oportunità, una sera che essa Cinzia si spogliava per corcarsi, e che Camillo quella notte non ci deveva essere, dopo alcune favole, l’entrò su ragionamenti amorosi, e d’uno in altro parlar travarcando le disse: – Io so, padrona mia, per certo che Giulio v’ama più che l’anima propria, e grandemente brama che voi li comandiate, perchè sempre lo trovarete prestissimo a servirvi. – Bene, – disse Cinzia. – Io so molto bene ch’egli di core m’ama per rispetto di Camillo, ed io altresì amo lui come se mi fosse fratello. – Non dico, – rispose la balia, – a questa guisa, ma dico ch’egli v’ama di quell’amore che generalmente gli uomini portano a le donne per giacersi con loro. Così Giulio ama voi per goder questa vostra persona, e già me n’ha detto alquante parole, e di più pregatami che io volessi esser mezzana ad indurvi a compiacergli, ogni volta che la comodità ci sia, la quale sempre ci sarà che voi vorrete. – Questo non credo io, – rispose Cinzia, – perchè non istimo Giulio così sleale e di poco cervello che volesse far questa ingiuria tanto enorme a Camillo. – Io non so tante istorie, – disse la disonesta balia, – ma so bene che egli è innamorato di voi, e che volentieri si giacerebbe amorosamente con voi per potervi a piacer suo tenervi in braccio e godervi. E voi sète una pazza se non lo fate. E che diavolo pensate voi di fare? Egli è giovine e di core v’ama, e