Pagina:Bandello - Novelle. 3, 1853.djvu/95

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sua non voleva mancare, più volte si consegliò con i suoi sacerdoti, i quali, – non so già io in quai leggi abbiano trovata questa decisione, – gli conchiusero che se mentre Abraino dormiva l’avesse fatto svenare, che non rompeva il salvocondutto. E certo è che, dormendo, lo sfortunato Abraino fu morto. Ora a me medesimo incresce andarmi tra tanti morti ravvolgendo, avendone voi altri tanti raccontati ed io altresì dettone alcuno. Perchè volendo omai lasciar queste cose malinconiche e piene di sangue e pianti, e quello dire per cui a parlar mosso mi sono, dirò solamente queste parole: che sì come agli Appii fu nativo d’esser nemici de la plebe romana ed agli Scipioni vincer in Affrica fu fatale, così mi pare che di questi regi inglesi sia proprio d’estinguer quelli del sangue loro e perseguitar la nobiltà e far macello d’uomini ecclesiastici e rubar i beni de le chiese. Venendo adunque al mio proposito, vi dico che Odoardo re d’Inghilterra, quello che fu sì aspro nemico al regno de la Francia, ebbe anco guerra grandissima con gli scocesi e molto gli travagliò, come ne le croniche inglesi si legge. Egli prese per moglie la figliuola del conte di Hainault, da la quale nacquero alcuni figliuoli e tra gli altri il primogenito che pur si nomò Odoardo, prencipe di Galles, giovine ne le cose militari molto famoso, che non guari lontano da Poittiers vinse il campo francese e prese prigione nel fatto d’arme il re Giovanni e lo mandò in Inghilterra al padre. Trovandosi adunque il re Odoardo aver guerra con gli scocesi, perchè Guglielmo Montaguto suo capitano ne la marca di Scozia fortificò Rosemburg e fece alcune belle imprese, gli donò il contado di Salberì e lo maritò onoratamente in una nobilissima giovane. Lo mandò poi in Fiandra in compagnia del conte di Suffort, ove tutti dui furono fatti prigionieri da’ francesi e menati e Parigi nel Lovere. In questo tempo gli scocesi assediarono il castello di Salberì, ove la contessa non si portò mica da giovanetta delicata e timida donna, ma si dimostrò esser una Camilla o una Pentesilea, perchè con tanta prudenza, animosità e fortezza governò i suoi soldati e di modo i nemici offese, che furono astretti, intendendo il re venir al soccorso del luogo, levarsi da l’assedio. Il re che già era partito da Varoich e veniva verso Salberì per combattere gli scocesi e far giornata con loro, udendo che erano andati via, fu per ritornar indietro; ma essendo avvertito de la gran batteria che gli scocesi avevano fatta al castello di Salberì, deliberò andarla a vedere. La contessa che Aelips aveva nome, de l’avvenimento del re avvertita, fatti i convenevoli preparamenti che in tanta brevità di tempo