Pagina:Bandello - Novelle. 4, 1853.djvu/318

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Restò esso imperadore senza fine meravigliosamente sodisfatto, e in poco di tempo ella sì bene e con tanta umanitade e gentilezza si diportò, che appo tutti quei popoli venne in grandissimo credito, e generalemente era da tutti amata e riverita. E grandi e piccioli universalmente lodavano l’avedimento del loro signore, che sì bene aveva saputo provedersi di così cara moglie. Non istette molto ella col marito, che si ingravidò con grandissimo contento di tutto il suo imperio, che ne dimostrò allegrezza infinita. Ora, come piacque a nostro signore Iddio, che dal male sa eleggere il bene, al debito tempo de la sua pregnezza ella partorì uno figliuolo di così strana e più che brutta effigie, che più a fiera e orrendo mostro rassembrava che a criatura umana. Onde, restando e li cristiani, che condutti seco avea, smarriti, e ella fora di misura dolente, era in tutta la corte uno infinito bisbiglio e uno apertissimo e grande mormorio di così mostruoso parto, e ciascuno il biasimava. Lo imperadore, ancora che la moglie ardentemente amasse, intrato in una fiera gelosia che quella avesse commesso adulterio, cangiò l’amore in acerbissimo odio; onde insieme con li consiglieri suoi la condannò, con la nata criatura, al fuoco. Il che doleva molto a tutto il popolo, tale era la openione che de la sua vertù si aveva. Veggiendo la tribolata e afflitta imperadrice che nessuna sua iscusazione era accettata, si dispose pazientemente a patire il fuoco e ricevere in grado la morte. Fece poi supplicare al marito, che lasciasse che si potesse confessare e far dare a la nata criatura il battesimo, il che il tartaro di leggiero le concesse. Fatto adunque ella venire il suo sacerdote, si confessò e prese il sacratissimo corpo del Salvatore nostro con grandissima divozione. Volendo poi, in una chiesa che ella aveva fatto fabricare, che si desse il battesimo a la sua criatura, l’imperadore con li suoi volle che su la piazza, per non intrare egli in chiesa e per vedere la cerimonia del battesimo, che quello a la criatura si desse. Come il battesimo a quella criatura fu dato, subito a la presenza de l’imperadore e baroni e di tutto il popolo, quella così mostruosa e brutta criatura fu miracolosamente trasformata in uno bellissimo figliuolo e più grazioso di tutto quello imperio, rappresentante molte fattezze del padre; onde tutto il popolo cominciò a gridare che la imperadrice ingiustamente era condannata. Cassano, li suoi baroni e quanti erano presenti, veduto tanto manifesto miracolo, si convertirono a la fede di Cristo ed ebbero il battesimo. L’imperadrice col figliuolo fu da Cassano con infinito piacere ritornata nel pristino grado. Questo è quello Cassano, che al tempo di Bonifacio ottavo,