Pagina:Baretti - La frusta letteraria I.djvu/42

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36 LA FRUSTA LETTERARIA sapere che coleste stelle, che noi veggiamo con gli occhi, secondoché i più spetti astronomi ci assicurano, sono intorno a tre mila. Donde è, che seguendo noi la ragion di analogia e di proporzione, che pure è forza che in tutte le gran parti di quest’universo sia, ci convenga per ora immaginarci questo universo tre mila volte più grande che quello spazio non è, che Sirio col giro suo comprende. Che se quello è tale, che a volerlo immaginare ci disperdiamo, quanto credi tu che questo sia possibile ad intendere? Ma guarditi di credere che non altre stelle siano ne’ cieli, che quelle che gli occhi nostri ci rappresentano. Conciossiacosaché assai maggiore senza comparazione sia il numero di quelle, che i telescopi ci scuo- prono. Perché dove, per cagion di esempio, le Pleiadi, che noi con gli occhi soli veggiamo, non si veggono che sei o sette, i telescopi ci mostrano essere intorno a ottanta; e nel mezzo della spada d’ Orione, ove gli occhi non ne mostrano che una sola, moltissime ne discuoprono i canocchiali. Che dirò io della Via Lattea, ove niun telescopio non è, che non ne mostri un numero senza fine, si ella è tutta quanta gre- mita di stelle? Or va tu, e annovera, se tu puoi, quante quelle sieno che per gli spazi a noi invisibili sono come disseminate. Ma noi abbiam detto esser molto verisimile e molto all’or- dine di ciò che del mondo conosciamo confacentesi, che cia- scuna stella sia un sole, che a tanto spazio presegga, quanto per lo meno quello è in cui il nostro sole signoreggia. Quanto è dunque questo universo? E noi comprendi tu ancora? Ma come il comprenderesti tu, che niun termine gli puoi cotanto ampio dare oltre al quale maggiori spazi ancora non sieno? No, tu non ne puoi intendere i limiti. Ma tragghiamoci un poco da questa immensità, che nostro intendimento, per troppo allargarlo, disperde, ecc. » Da questo breve passo, che non è neppure il più bello e il più nuovo del libro, e che io ho scelto di qui trascrivere a preferenza d’ogn’altro per la sua maggiore distaccatezza, come dissi, dal resto del discorso, il leggitore facilmente scor- gerà che la mente del signor Genovesi non è da confondersi