Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/123

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a voi medesimo, ponendovi all’impresa d’imparare a mente una delle sue ode ciascun di; e meglio sarebbe se v’accingeste a stivarvi nel capo tutte l’altre cose sue senza perderne un solo verso: cosa fattibile in pochi mesi quando vi ci vogliate porre da buon senno, e intanto che la memoria è viva e tenace. L’intendere gli autori latini cosi alla grossa, cioè il capire a un dipresso i loro pensieri, non è cosa che s’abbia gran fatto dell’arduo; ma il discriminare con dilicatezza fra le loro espressioni e frasi comunali, e le grazie ed eleganze loro, non è agevole punto punto. Avvertite dunque a non vi far gabbo e a credervi di sapere la lingua latina, fondato sulla certezza che capite quello che gli autori da voi letti si vollero dire. Innumerabili sono gli uomini che intendono il latino, pochissimi i forbiti latinisti. Se non trovaste, per mo’ d’esempio, una differenza grande, anzi infinita, fra le frasi di Livio e quelle di Vopisco, fra i modi di dire di Virgilio e que’ di Claudiano, fra que’ di Svetonio e que’ d’Apuleio, fra Catullo e Calpurnio, eccetera eccetera, come pare non ne troviate ancora di molta fra il Metastasio e il Zeno, anzi pure fra l’ Ariosto e il Tasso, da voi nominatimi alla rinfusa; se, dico, non trovaste della differenza tanta e tanta fra que’ signori del Lazio, il vostro sapere di latino sarebbe tuttora molto imperfetto, come lo è il vostro sapere di toscano, a giudicarne dalla vostra lettera. Livio, Virgilio, Svetonio e Catullo, come l’ Ariosto e il Metastasio, oltre alla loro generale nettezza e puritá di lingua, abbondano d’infiniti vezzi e s’hanno l’eleganze a sacca. Per lo contrario, Vopisco, Claudiano, Apuleio e Calpurnio, come il Tasso e il Zeno, sono gente, non dico priva d’ogni merito, ché ognuno d’essi n’aveva la su’ parte, considerati anche dal canto della lingua e del modo d’esprimersi; ma gli uni e gli altri sono d’assai piú bassa lega che noi sono que’ primi, e ti riescono assai di spesso duri e sgraziati, né mai dicono perfettamente bene se non per caso. Fatevi dunque un rigido precetto, almeno sinattanto che la barba non viene ad ingombrarvi le guance, di non leggere alcuno scrittore latino che non sia classico classichissimo, onde possiate formarvi un gusto latino perfettamente netto e sicuro; né vi lasciaste mai vincere