Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/366

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da non conoscere il mondo presente quanto chicchessia; e, conoscendolo sino in fondo, ne siegue che non mi lusingai di tanto quando lo pubblicai. Ma io ve l’ho pur detta giá in istampa che non iscrivo pel mondo presente: scrivo pel futuro, colla forse stolta speranza non sará si vile, si corrotto, si guasto quanto questo d’oggi. Che il conte Pietro Verri si rimanga in quel nulla, nel quale avrebbe dovuto esser lasciato, o che la goffa sorte nel porti sul piú alto del pinnacolo, a me non cale piú di quello che mi caglia vedere un bruscolo, un fuscello, una foglia secca portata su e giú per l’aria dal garbino o dallo scirocco. A me basta far sapere, se il posso, al mondo futuro che un conte Pietro Verri, mio contemporaneo, tirò innanzi per molti mesi a pubblicare in Milano un foglio periodico, intitolato II caffè, quantunque non avesse piú cervello d’una talpa, e che infiniti de’ suoi concittadini s’ebbero tanto di bontá e di sciocchezza da leggere quelle sue caccabaldole e d’approvarle. A me basta far sapere al mondo che, quantunque il signor conte fosse un signor conte, io feci conto che non contasse di molto, né m’ebbi punto difficoltá di dichiarare a quella sua infinitá di concittadini e d’ammiratori che m’ebbi ogni suo scritto per tante caccabaldole e che le disapprovai con quanto piú alta voce m’avevo, adoperandomi il meglio potetti per trarre que’ tanti gonzi dalla loro stravolta opinione. «Qui cupít aut metuit» si stia zitto a sua posta: io non volli star zitto, o volli dire quattro buone veritá quando me ne venne il destro. Lo so anch’io che quel mio Discorso non è senza qualche difetto di lingua, perché mi fu duopo stamparlo a misura che lo scrivevo, onde cogliermi una mano d’avidi leggitori mentre durava il fermento che la sciaurata lettera d’un insolente Gallo alla sua accademia aveva destato in Londra come in Parigi. Ma, o buona o cattiva che la lingua ne sia, a me basta che ho pur detto in quel Discorso quattro buone veritá ai francesi, agl’inglesi e ai nostri italiani sopramercato. Se avessi avuto piú tempo, avrei fatto peggio di sicuro, cioè n’avrei dette altre quattro, o sei, o dieci; ma in una certa raccoltina di lettere familiari che sto stampando si dirá il resto; e i miei amici