Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/378

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s’è raccontata in piú maniere, tutte caricate di soverchie circostanze; ma l’unica veritiera fu quella che le dirò io in questa lettera: io, che l’ho voluta sapere dalla bocca di quelli stessi contadini e delle loro donne, da lui accoppiati in matrimonio. Quando il conte lasciò Roma nell’anno ’29 per tornarsene in patria, passò per Ancona, dove si volle fermare qualche di, onde esaminare a suo agio le molte antichitá che tuttora esistono in quella cittá e ne’ suoi contorni. E perché nessuno in quel paese lo conosceva di persona, gli venne inaspettatamente all’idea di mutarsi il nome, onde potervici passare quell’autunno, lontano da que’ tanti amici e conoscenti, che, quando in patria, non lo lasciavano sempre padrone di se stesso. Questo poco l’ho saputo da lui. Il resto m’è stato detto dove il fatto avvenne, quando v’andai a bella posta per saperlo. Risoluto di starsi quivi ignoto, il conte pigliò a pigione per tre mesi una casa distante due buone miglia dalla cittá e posta sur un’altura si vantaggiosamente, che da un lato la vista dava su certi colli vaghissimi, comandando la marina dall’altro. Presa la casa e condotta a’ suoi servigi una fantesca d’etá piú che sinodale, egli s’alzava ogni mattina col sole per gire in busca delle antichitá, notandone in un suo libro col lapis quante ne incontrava; nel fare la qual cosa s’aveva propio gli occhi di lince, com’Ella sa. E, passata cosi tutta la mattina, se ne tornava sul mezzogiorno all’alloggio, dove la fantesca gli poneva dinanzi per pranzo talora il suo solito piatto di legumi e talora la solita frittata, col suo pospasto de’ meglio frutti che dava la stagione. Terminato il pranzo, dormiva un’ora, secondo l’inalterabile costume; e se n’andava quindi, per modo di passeggio, visitando gli abituri de’ poveri contadini che aveva nel vicinato, appiccando discorso con quanti ne vedeva, e conciliandosi il loro buon volere non solo colle sue affabili domande, ma etíam col distribuire de’ baiocchi alla fanciullaglia loro e de’ paoli a’ piú grandotti d’entrambi i sessi. Contratta cosi molta familiaritá con un assai buon numero di padri e di madri, seppe anco farsi amici certi giovanastri, che erano o si credevano innamorati, trovando pure il modo di