Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/4

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PREFAZIONE


Gl’italiani s’hanno tre maniere di scrivere ne’ loro reciprochi carteggi: l’una chiamata «signorile», «amichevole» l’altra, e «compagnesca» la terza.

La maniera prima, cioè la signorile, sarebbe forse meglio non si fosse trovata mai, poiché il solo inveterato costume può toglierle quell’apparenza, anzi pure quella sostanza d’assurdo, che trae con sé. In quella maniera l’uomo non iscrive all’altr’uomo, come la semplicità del vero chiederebbe, ma scrive alla Signoria dell’altr’uomo, vale a dire indirizza il suo parlare ad una cosa non formata dalla natura ma dall’immaginativa; cosicché volendo, esempligrazia, domandare ad uno come stia di salute, non gli dice: «Come stai tu di salute?», che sarebbe il modo naturale di fare una simile domanda; ma gli dice: «Come sta Ella di salute?», «Come sta di salute la Signoria Vostra?», o «Vossignoria illustrissima», o «Vostra Eccellenza», o «Vostra Eminenza», eccetera, secondo che porta il grado, la qualità o l’importanza della tal persona; e tutto il discorso corre a quella foggia, quasiché la Signoria o l’Eccellenza o altro titolo della tal persona fosse un ente muliebre ed atto a formare un soggetto da se stesso, quando in fatto non è se non un’idea fantastica e vana.

Che questa maniera, da noi usata sí nello scrivere sí nel parlare, debba porsi nel numero degli assurdi piú solenni che sieno mai stati ghiribizzati, e che non sia punto degna d’essere adoperata da quelle creature che chiamansi «ragionevoli» per antonomasia, ognuno lo vede, ognuno lo confessa liberamente. Ma che fa questo, se chi ricusasse ora d’adoperarla, o chi