Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/418

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ripetute bugie, che il proposto mariuolo s’ha ammucchiate in quel numero ventinove. Le piú ovvie, le piú patenti e le piú vituperose, io ve 1’ ho qui tócche quasi tutte, e con quello sdegno che il leggerle m’ha desto malgrado mio. — Ma, Pelli — direte voi; — e perché lasciarti andare a quello sdegno cosi alla rotta? Perché lasciarti cosi tumefare il fegato dalla bile? S’abbia il proposto del tristo e del pazzo quant’uomo ne può avere, che ti fa cotesto? Vuo’ tu rifarlo a dispetto della natura, che volle farlo tristo e pazzo come tant’altri? — Io non vo’ rifarlo, Pierlorenzo, ché impresa troppo disperata sarebbe, per mia fé. Tanto varrebbe intraprendessi di rifare l’Apennino. Quello che vorrei rifare sono le Novelle, se fosse pur possibile, e vorrei che voi mi ci aiutaste. Con questo disegno in capo io mi sono lasciato andare allo sdegno, per provare di scuotervi, se v’è modo. Mi spiego. Voi siete amico del proposto, cioè voi lo trattate sempre con piú di bontá che non merita, considerando il mal carattere della bestia. Il vostro sempre trattarlo con bontá vi dá una specie di diritto a parlargli con piú di schiettezza che non un altro. Io vorre’ dunque avervi inanimato con questa mia sdegnosa lettera a parlargli un tratto fuor de’ denti, come si suol dire, sul proposito delle Novelle, e di quel numero ventinove specialmente. Parlategli dunque un tratto da quell’aperto galantuomo che siete e con quella collorosa energia che si deve, onde indurlo primamente a buttar nel fuoco tutte le copie di quel numero, innanzi che ne vadan fuora dell’altre. Perché, se questo avviene, e che quel numero si spanda per tutte parti, le lettere fiorentine, l’accademia nostra e la nostra patria ne riceveranno uno smacco troppo grande, una vergogna troppo durevole; e le Novelle letterarie, che, come dissi piú su, aggiunsero un tempo tanto di pregio alla nostra Firenze, continuando al modo che il Lastri le continua, faranno dubitare all’ Italia tutta se i fiorentini sieno tuttora fiorentini o se sieno diventati barbari si nella letteratura e si ne’ costumi. Si suppone generalmente per tutta Italia che que’ fogli delle Novelle sieno tuttora un prodotto riunito de’ nostri cittadini piú riputati per sapere e piú distinti per bella creanza, non ignorandosi in alcuna parte