Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/42

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un «Dio ti guardi». E poi? De’ garzoncelli mezzo ignudi, delle fanciullotte co’ capegli sparpagliati, che t’assediano la mula su cui cavalchi, che t’ intruonano colle grida e che non ti lasciano andar oltre, se tu non dai loro di che comprarsi una pagnotta, si grande è la fame che li scanna tutti quanti! E che ti dirò de’ tanti numerosi gabellieri, che t’arrestano all’entrare d’ogni terricciuola, non che d’ogni cittá o borgo, e che ti cacciano sozzopra la valigia se tu rifiuti di dar loro de’ baiocchi e de’ paoli! Taccio il rischio d’abbatterti ne’ ladri, che ti togliono la borsa e ad un bisogno anche la vita, perché, a dir vero, le moltiplicate guardie e le forche beate li hanno diradati di molto. Ma non incontri tu degli osti piú ladri di qualsivoglia ladro, che stanno sempre colle branche aperte aspettando che tu venga, per cavarti la pelle d’ indosso, per mandarti via sdanaiato a lor potere? Scomunicate osterie! Altro che palagi e castelli d’alabastro, di porfido, di serpentino! E’ non finirebbe in tutto domane chi volesse narrare a minuto i cattivi desinari e le pessime cene che t’è forza inghiottire, al tuo giungere stanco ed affamato in quelle osterie scomunicate! E che dirò de’ ribaldi letti ne’ quali vai posando di notte in notte le affaticate membra tue? Per santa Nafissa, che nessun abbaco basterebbe a numerare le ostinate pulci, i crudeli pidocchi, i cimicioni spietati e le indiavolatissime zanzare, che vengono in que’ duri letti a sforacchiarti la cotenna, a roderti le carni, ad empierti di bernoccoli tutto quanto il corpo, dal momento che ti corchi fino allo spuntare dell’alba! Non niego che, venuto poi il mattino e tornato alla tua via, tu non senta piare un qualche passerotto, cinguettare un qualche fringuello, ciaramellare una qualche rondine o fors’anco gorgheggiare un qualche usignuolo qui e qua per gli alberi e per le siepi. Ma tosto che il caldo raggio comincia a scottare, addio rondini, addio usignuoli e fringuelli e passerotti! Aimè, che tu non senti piú se non ricadiose cicale, se non grilli noiosi, e verso sera un subbisso di rane gracidanti, che la piú barbara musica non si può sentire da orecchi d’uomini! Vi sembra mò, signor Durando, che queste sieno donzelle e principesse sfavillanti d’amore e di cortesia? Oh, mamma mia 1