Pagina:Baretti - La scelta delle lettere familiari, 1912 - BEIC 1749851.djvu/8

Da Wikisource.

prefazione 7

e grilli in maggior copia che non ne fu mai nell’antica o nella moderna Roma.

Checché mi risolvessi dell’* Ella» e della «Signoria», s’io fossi papa o re di corona, fatto sta che, delle tre maniere nostre, quella del «tu» è la sola che s’ha diritto legale di domicilio nel nostro paese. L’altre due non s’hanno quel diritto che per un mero privilegio accordato loro senza un buon perché. Il «tu» è stato trasmesso a noi dai nostri antichi italiani, e noi dovremmo averlo conservato puro ed intatto commessi l’avevano redato dagli antichi romani; ma r«Ella» sen venne a noi dagli spagnuoli, s’io giudico bene, e il «voi» da’ francesi, allorché que’ due popoli bazzicavano più in Italia che non oggi e che la maneggiavano anzi a loro capriccio, mercé quelle nostre tante bestiali discordie colle quali sapevamo in diebus illis bistrattarci gli uni gli altri. Quantunque però r«Ella» e il «voi» sieno entrambi, a riguardo nostro, stranieri d’origine, sono tuttavia da dugent’anni divenuti si baldanzosi e si svergognati, che gli è un favore segnalato quando permettono al meschino «tu» di dire i fatti suoi alla su’ moda.

Di questo però voglio avvertire i miei signori inglesi, studiosi della lingua italiana e pe’ quali ho poste insieme questi due volumetti di Lettere familiari: a non si stupire quando s’abbattano in due delle tre maniere ’n una stessa lettera; imperciocché un galantuomo, che sa giuocar di penna bene, te le congiunge e te le intralcia molto bellamente, malgrado il loro essere di natura diversa; né mancano gli esempi ne’ nostri meglio scrittori epistolari d’un «voi» ed anche d’un «tu» leggiadramente legato col «Vossignoria»; la qualcosa, invece di cagionare afa e ribrezzo, produce anzi grazia ed accresce dolcezza ed urbanità allo scrivere di chi sa veramente scrivere.

Non mi rimane se non dire come questa mia Scelta si troverà forse sopr’ogn’altra non meno varia e vaga, rispetto agli argomenti trattati in ciascuna lettera, che forbita e dell’ultimo garbo rispetto alla lingua, in cui quegli argomenti sono stati dai loro autori avviluppati. Se soggiungessi che, per procacciarle questi due pregi, io mi sono cristianamente sconcio quanto