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70 prefazioni e polemiche


E purtroppo questa è ormai la vera filosofia, questi sono i gravissimi, gl’importantissimi studi de’ saccenti europei d’oggidí. Si è trovato il segreto a’ tempi nostri di scrivere de’ grossi tomi, uno sopra una medaglia, un altro sopra un idoletto, un terzo sopra un tripode, sopra una lucerna, sopra un’urna, sopra un cammeo, sopra un’iscrizione, sopra un canchero... che quasi l’ho detta. E mi rincresce davvero che il signor Bartoli sia anch’egli nel numero di questi sapienti.

Egli stampò nell’anno 1746 un manifesto, che in greco si chiama, m’immagino io, un «programma», sopra una cosa che a me non pare poi una cosa tanto stupendissima, cioè sopra la coperta d’avorio d’un libro, nella quale sono intagliate, come dissi, alcune figurine; la quale coperta in greco o forse in latino, che io non me ne intendo gran fatto, si dee chiamare un «dittico»; al qual dittico, perché fu prima d’un papa Paolo e poi d’un cardinale Quirini e poi della biblioteca vaticana, il signor Bartoli dice che egli lo vuole chiamare «quiriniano». L’etimologia dell’epiteto mi par bella assai.

In quel manifesto dunque il signor Bartoli, dopo d’aver detto decisivamente che «non v’è pezzo in tutta l’antichitá figurata cosi famoso» come quel dittico; dopo d’averci data l’importantissima notizia che «una incredibile moltiplicitá di scritti de’ piú celebri letterati è uscita» sopra questa miracolosa coperta d’un libro; dopo aver fatta una lunga enumerazione di accademie intere e di molti strepitosi dottori in anticaglie che hanno scarabocchiata di molta carta per «illustrarla» a loro potere; dopo tutte queste cose, il signor Bartoli viene a dire molto umilmente che egli solo soletto ha «trovata sino nel 1744 e nel propio mese di settembre [l’epoca è interessante] la vera spiegazione di esso dittico quiriniano». E poi volendo «esporre al pubblico» questa sua scoperta, che mi fa ricordare la scoperta dell’Indie, «rinunzia di buona voglia a quel vantaggio che riportan coloro i quali dubitativamente propongono somiglianti dichiarazioni». Vorrei un poco sentire dal Bartoli la spiegazione di questo periodo, e tiro innanzi colle parole sue. Egli «propone» dunque «la sua dichiarazione» per «indubitabile in ogni parte;