Pagina:Barrili - Castel Gavone.djvu/104

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pio si fortificavano in Orco, Verzi ed altre villate sui monti; indi, scemato il pericolo, o cresciute le forze, calarono a Pertica, dove sorse appunto il castel Gavone, due miglia distante dalla riva del mare.

Ci condurrebbe a troppo lunghe e, per giunta, non grate considerazioni, il cercare qual parte della valle fosse da principio abitata. Di certo, agricoltori e pescatori v’ebbero ugualmente dimora da antichissimi tempi. I Romani segnavano in que’ pressi una stazione della via militare che correva tutta la spiaggia ligustica, e il nome ad Pollupices ci fu tramandato dall’itinerario di Antonino. L’altro di Finar comparve nell’età di mezzo, e certo era nome antico del pari, a significare, non già la finezza dell’aria, come vollero certi etimologisti sconclusionati (Liguria a leguminum satione, Arenzano ab äere sano e simili altre bambinerie), ma dall’essere colà stabiliti i confini tra gl’Ingauni e i Sabazii.

E qui, prudenti, lasciamo da banda l’età romana, il basso impero e la gran notte barbarica; chè il troppo amore delle minuzie archeologiche non ci tragga fuori del seminato e, quel che sarebbe peggio, della grazia vostra, o lettori. Il Finaro, nel 976, per investitura di Ottone I, appartenne al marchese Aleramo; i cui discendenti, chiamati Del Carretto, lo ebbero e lo signoreggiarono, confuso con altre terre sotto il nome di marca savonese, fino al 1268; nel qual tempo, per la spartizione avvenuta fra i tre figli di Giacomo, toccò ad Antonio Del Carretto, da cui ebbe principio il ramo dei terzieri del Finaro.

Costoro, come ho detto più sopra, posero sede nel castello Gavone, a cavaliere del Borgo, e comanda-