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tellandomi sulle braccia, mentre ero già tutto fuori colla persona. — Lasciatevelo dire all’orecchio. Ho paura che l’aria lo senta e i grilli cantaiouli si piglino spasso di me. —
Ella si accostò, con moto involontario, e ansante, commossa, mi porse l’orecchio.
— Vado, — le bisbigliai, — a dormire laggiù, sull’erba del prato. Non posso già passar dalla scala, per farmi sentire dalla Rosa. Che penserebbe ella di noi? Riposate tranquillamente, vi prego. Addio, bella! a domattina!
— Ah, grazie! — mormorò ella, palpitante di gioia. — Siete un gentiluomo.
— Così tardi mi conoscete? Io vi avevo conosciuta assai prima.
— È vero; — rispose, chinando la testa in atto di confusione; — ho torto. Mi perdonate? —