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Partito alle quattro del pomeriggio da Napoli, cominciai a passare in rassegna le viti maritate agli olmi di Casoria e di Aversa. Il ponte e la valle di Maddaloni mi riempirono di stupore; Benevento m’innamorò senz’altro. Credo non ci sia niente di più bello (in ferrovia, ci s’intende) che il veder Benevento a luce di tramonto. E quel fiume che serpeggia malinconico pei colti dell’ubertosa pianura rodendo chetamente le sue rive d’argilla! Per la prima volta ho inteso tutta la verità e la bellezza dell’oraziano:
.... Rura, quae Liris quieta |
Noto per amore di precisione, che qui non si trattava del Liri: chè non vorrei mi si appuntasse di aver confuso le acque del Calore con quelle del Garigliano, cosa che neppure Domeneddio s’è arbitrato di fare. Dico