Pagina:Barrili - Come un sogno, Milano, Treves, 1889.djvu/69

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rerle indiscreto, nella difficile condizione in cui siamo. E dopo tutto, a qual pro? Ella se ne va lungi, troppo lungi da me, ad una famiglia, a consuetudini, fors’anco ad affetti che l’attendono, insomma, ad un piccolo mondo nel quale io sarei proprio un intruso. E perchè una volta mi sono imbattuto in Lei ed ho potuto renderle un lieve servizio, dovrei di punto in bianco ficcarmi in quel piccolo mondo geniale che Ella di certo ha saputo foggiarsi, e che probabilmente le sarà costato tanti pensieri e fatiche? No, signora: se lo tentassi, sarei un guastafeste per gli altri, uno sciocco a’ miei occhi medesimi.

— Come è vero ciò ch’Ella dice! — esclamò la viaggiatrice, con accento di convinzione profonda. — Siamo gli schiavi del nostro piccolo mondo e non ci è dato di uscirne senza strappi dolorosi. Tutto quanto meritiamo di ossequio, o guadagniamo di