Pagina:Barrili - Come un sogno, Milano, Treves, 1889.djvu/72

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pagliuzza più luccicante dell’altre; perchè non cercherebbe l’uomo di scrivere nel taccuino della vita, legato quasi sempre in pelle nera, qualche pagina allegra?

— Ma bene! Ella è poeta?

— Chi non lo è, signora mia, un pochino? Qual è il gentiluomo che non ha scritto una anacreontica? E come poi non esser poeti a certe ore? Veda un po’ là in fondo, sul mare, quella striscia di bianco. È l’aurora, la bellissima Aurora, che esce dal letto "di Titone antico", un marito per cui ella non seppe ottenere dai celesti l’eterna giovinezza, come gli aveva ottenuta l’immortalità. Dicono che accanto a lei il povero vecchio ringiovanisca qualche volta; ma io la credo una favola. Guardi come la si tinge di bei colori. Ha il croceo velo e le rosee dita, di cui le ha fatto presente Omero. Già si capisce, ella si mette in fronzoli per scendere a visitare,