Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/148

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— Non so; siete giudice voi; — risposi, un tantino mortificato. — Del resto, anche senza chiamarlo, e volendo pure liberarsi dai satelliti seccatori, si potrebbe annunciarlo come prossimo ad arrivare, e si vedrebbe l’effetto che fa.

— Resterebbero male, lo capisco; — replicò la contessa; — ma intanto resterebbero fino all’arrivo; e non arrivando lui, seguiterebbero a non muoversi. —

Capisco, o mi par di capire, che la luminosa contessa mi faccia questi sfoghi per chiasso, e che nel fondo sia molto contenta d’esser seccata. Questi assedii ostinati piacciono alle donne belle, come, se si leggono bene le storie, dovevano piacere alle antiche città, quando avevano buone mura e viveri dentro, per durare anche a dieci e vent’anni d’investimento. Ma la contessa non è ancor sazia di ciance, e vuol proprio che io pensi al caso suo.

— Non avete altro consiglio da darmi? — soggiunge. — Con tutta la vostra fantasìa!...

— Ecco, signora, la mia fantasia è una povera cosa, e di consigli non può offrirvene