Pagina:Barrili - Galatea, Milano, Treves, 1896.djvu/349

Da Wikisource.

— 341 —

faccia l’onore di esser geloso di me? Ma in che modo gli è venuto il baco? Ah, se fosse com’io incomincio a sospettare.... No, no; è impossibile; una viltà come questa, non s’impresta neanche al peggior dei nemici. Frattanto passa un’ora, ne passano due, e Filippo non ritorna. Che diamine sarà avvenuto? L’impazienza mi prende, e scendo per uscire. Pilade vorrebbe almeno accompagnarmi. Ma è inutile; ecco Filippo che ritorna finalmente, franco, ardito, e, salvo il suo frinzello sulla guancia, fresco come una rosa.

— Bravo! — mi grida. — Fai la passeggiata di prova?

— Sì, come vedi, e volevo venirti incontro nel viale. Anzi, poichè ci sei, e Pilade dovrà andare ad apparecchiare la tavola, puoi vigilarmi un po’ tu. Ed ora dimmi; — ripigliai, dopo che il servitore si fu allontanato, — che cosa vuole il conte Quarneri?

— Come sai? Pilade ti ha detto?...

— No, niente Pilade; l’ho veduto io, il conte; dalla finestra, quando usciva con te, brontolando.