Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/110

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San Donato sono ancora, insieme coll’altra regione da Scurreria fino a Banchi, tra i più sudici e tetri della vecchia Genova; e il vicolo di Mezza Galera, ai tempi del nostro racconto, era degno più che mai del suo nome, poichè raccoglieva nel bel numero de’ suoi abitanti la famiglia Garasso, nella cui casa dobbiamo oggi recarci.

Non ci sarà da turarci il naso, badate. Entreremo in una scala abbastanza pulita, col vestibolo imbiancato di fresco, e certi scalini di lavagna sui quali si sono già commessi piedini più riguardosi dei nostri; i quali piedini salivano, al pari di noi, fino al secondo piano, dov’era un uscio dipinto a nuovo tutti gli anni, con un picchiotto di ferro, per farsi udire dalla gente di casa. Il campanello sarebbe stato arnese di troppo sfoggio colà, e i monelli del vicinato non avrebbero posto gran tempo a strapparne la corda, o a tagliare la nappa.

L’appartamento di quel secondo piano è piccolo; ha tre camere, la cucina e qualche bugigattolo dei soliti. Le masserizie sono vecchie e malinconiche, segnatamente in una sala più grande, che ha l’aria d’essere il salotto della casa, se si badi ad una tavola quadrata posta nel mezzo e coperta di un grosso tappeto di lana rossa, con due stoini da’ piedi; ad un vecchio stipo intagliato, con suvvi una scarabattola di cristallo, nella quale si vede un Gesù bambino vestito di raso bianco, che tiene il mondo in mano; ad un sofà, con due cuscini ritti a mo’ di spalliera; finalmente ad un grosso armadio di noce, a sportelli, sull’alto del quale fa bella mostra di sè una civetta impagliata.

Un’altra civetta, ma non impagliata, è seduta presso la finestra, su d’una larga sedia a bracciuoli. È la padrona di casa, a cui diamo quel nome per una certa aria di parentela che il suo volto ci aveva con quell’uccello di rapina, quantunque ella, a’ suoi tempi, fosse stata in voce di donna belloccia anzi che no, e coi suoi quarantacinque suonati, con la esorbitanza adiposa delle forme, potesse ancora, presso taluni di più facile contentatura, passare per un bel pezzo di femmina. Era una femmina alta e di grosso calibro, come le vecchie colubrine dei nostri antenati, e chiudeva la prepotenza smisurata delle forme in una casacca di velluto nero, orlato di fettucce di seta marezzata, e in un gonnellone di lana verde, partito a larghi quadri, molto appariscente, sebbene un po’ stazzonato dall’uso.

Quella donna aveva fatto di molte cose, nella sua gioventù; ma nel tempo di cui si narra, aveva anche messo di costa