Pagina:Barrili - I rossi e i neri Vol.1, Milano, Treves, 1906.djvu/151

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a teatro; e là, negli intermezzi del melodramma, ritto in piedi, con le risvolte dell’abito aperte, si atteggiava da conquistatore; ma ohimè! nessuna delle sospirate bellezze rispondeva da un palchetto alle guardate supplichevoli del suo cannocchiale, sebbene fosse incrostato di madreperla.

Ora indovinate a chi facesse l’occhiolino, costui! Alla fanciulla di casa Salvani. Come vedete, ci aveva buon naso. Qualcheduno gli aveva detto un giorno che la sua pigionale dell’ultimo piano era un fior di ragazza, e che egli certamente, da quel gran cacciatore che era, aveva dovuto porle gli occhi addosso, sapendo bene che non era sorella di quello spiantato del Salvani. Non era vero che egli le avesse posto gli occhi addosso; ma, con quel dargli la soia, gli amici lo avevano messo al punto. Da quel giorno il Ceretti si ficcò in capo che avrebbe potuto dar corpo alle celie dei compagni.

Maria non era sorella di Lorenzo; tutti lo dicevano. Che cosa era dunque, se non una amica? E se era un’amica, perchè non avrebbe egli potuto farsi innanzi? I quattrini, diceva Arturo Ceretti, son tutto; ed io ne ho, dei quattrini! Ora vedremo un po’ se non si ha da venirne a capo.

Certa gente ha il privilegio dei mali pensieri. Chi mal fa, mal pensa, dice il proverbio. E il nostro Don Giovanni da dozzina aveva fatto un conto, come sanno farne i suoi pari.

Egli dunque faceva l’occhiolino alla ragazza, con quella sicurtà che è propria di certi figuri, e che cresce anzi in ragione diretta delle loro sconfitte. Ora immaginate come dovesse il nostro Ceretti essere sicuro del fatto suo! Non c’era verso che la fanciulla di casa Salvani lo guardasse in viso, sebbene le cento volte, come suo casigliano, egli si fosse messo in mostra, o nelle scale, o alla finestra del cortile, dove, la mercè di un gomito che facevano gli appartamenti, egli poteva vederla e farsi vedere di sbieco.

Questo giuoco durava da un pezzo, allorquando l’occasione si offerse al giovine Arturo di metter piede in casa della sua bella pigionale. Il giorno del trimestre anticipato era venuto, ma il dente della ruota non aveva nulla in cui potesse incastrarsi; il che, vuol dire che Lorenzo Salvani non aveva pagato.

Era quello il caso di mandare la citazione; ma per quella volta il meccanismo dei Ceretti si dipartì dalle sue astiose consuetudini. In cambio dell’usciere, andò il giovine Arturo, vestito con quella eleganza che i lettori conoscono, carico d’oro, di profumi e di smancerie.